HOCKEY GHIACCIO - “Do you believe in miracles?” Con queste parole il celebre telecronista Al Michaels salutava l’incredibile epilogo della sfida tra Stati Uniti e Unione Sovietica all’Olimpiade di Lake Placid 1980. L’impresa passò alla storia dello sport col nome di “Miracle on ice” e quella nazionale americana fu l’ultima a vincere un oro ai Giochi. A 30 anni esatti gli Usa ci riprovano, candidandosi a essere tra i principali outsiders e antagonisti dei favoriti canadesi.
Il team a stelle e strisce 2010 si presenta a Vancouver con molti volti nuovi e con la nutrita presenza di talenti cresciuti nel settore giovanile nazionale. Molti di loro non hanno ancora compiuto 25 anni ma stanno già lasciando il segno in Nhl, come ad esempio Patrick Kane, protagonista con i suoi Chicago Blackhawks. Non manca in squadra, a creare il giusto mix, anche la componente dell’esperienza fornita da elementi del calibro di Chris Drury e Brian Rafalski , ma ciò che più fa sperare i tifosi statunitensi sono le prestazioni che potrà compiere a Vancouver il portiere Ryan Miller (foto). Il goalie dei Buffalo Sabres, sta conoscendo una gran stagione e tutti gli analisti sono concordi nell’indicare in lui l’arma più importante e dal cui alto rendimento non si potrà prescindere, per cercare di riportare gli Stati Uniti sul gradino più alto del podio.
Tenterà Miller di emulare le gesta del leggendario Jim Craig del 1980, ma avrà come diretto rivale nel suo ruolo un vero e proprio mostro sacro dell’hockey, il canadese Martin Brodeur che sta abbattendo record su record in Nhl. Già oro nel 2002 a Salt Lake City, sarà solo uno dei tanti campioni che comporranno la squadra, padrona di casa, che tutta la nazione spingerà alla conquista dell’oro. Il Canada, senza apparenti punti deboli, si affida alla giovane superstar Nhl Sidney Crosby, che sarà in assoluto tra gli atleti più attesi di tutti i Giochi. Il roster dei favoriti numero uno, fa rabbrividire: spicca il fuoriclasse Joe Thornton e la profondità senza eguali nelle varie linee di difesa e di attacco. Il capitano sarà il difensore Scott Niedermayer, che è prossimo al ritiro a fine stagione, rimasto in corsa sino all’ultimo per essere nominato portabandiera del Canada nella cerimonia d’apertura.
Canadesi e Statunitensi saranno gli uni di fronte agli altri il 21 febbraio, in una sfida che si preannuncia già come uno degli eventi più seguiti di questa olimpiade. Si deciderà qui, a meno di clamorose sorprese, il primo posto nel girone che nella formula particolare di questo torneo maschile, varrà l’accesso diretto ai quarti di finale. Passeranno infatti, nei tre gruppi da quattro squadre, le vincitrici dei gironi e la migliore seconda, mentre le restanti otto affronteranno una partita ad eliminazione diretta che promuoverà le vincenti a loro volta ai quarti. Nel gruppo A, oltre alle due superpotenze nordamericane, sono inserite anche Svizzera e Norvegia.
Gli elvetici, che apriranno ufficialmente il torneo maschile il 16 febbraio contro gli Usa, possono contare su una squadra di buon valore medio, nella quale spiccano il portiere Jonas Hiller, titolare dei Ducks e il difensore Mark Streit. Solo in tre giocano in Nhl e la maggioranza dei convocati proviene dalla lega svizzera. A Torino 2006 sorpresero tutti quando nel girone batterono i canadesi. Qui proveranno di nuovo a dar fastidio alle due favorite del girone, sognando di ripetere una qualificazione ai quarti di finale che non sarà facile ma neanche impossibile.
La Norvegia, invece, ha già vinto la sua Olimpiade conquistandosi la qualificazione. Poche le ambizioni di quella che probabilmente è la squadra più modesta delle 12 iscritte al torneo. La stragrande maggioranza dei giocatori gioca nella Elitserien svedese. Partire con gli sfavori del pronostico potrà essere la loro arma migliore. Privi di qualsiasi pressione potranno provare a rendere dura la vita alle altre squadre, stando attenti però innanzitutto a limitare i danni, specialmente nella gara d’esordio che li vedrà opposti al Canada.
Il team a stelle e strisce 2010 si presenta a Vancouver con molti volti nuovi e con la nutrita presenza di talenti cresciuti nel settore giovanile nazionale. Molti di loro non hanno ancora compiuto 25 anni ma stanno già lasciando il segno in Nhl, come ad esempio Patrick Kane, protagonista con i suoi Chicago Blackhawks. Non manca in squadra, a creare il giusto mix, anche la componente dell’esperienza fornita da elementi del calibro di Chris Drury e Brian Rafalski , ma ciò che più fa sperare i tifosi statunitensi sono le prestazioni che potrà compiere a Vancouver il portiere Ryan Miller (foto). Il goalie dei Buffalo Sabres, sta conoscendo una gran stagione e tutti gli analisti sono concordi nell’indicare in lui l’arma più importante e dal cui alto rendimento non si potrà prescindere, per cercare di riportare gli Stati Uniti sul gradino più alto del podio.
Tenterà Miller di emulare le gesta del leggendario Jim Craig del 1980, ma avrà come diretto rivale nel suo ruolo un vero e proprio mostro sacro dell’hockey, il canadese Martin Brodeur che sta abbattendo record su record in Nhl. Già oro nel 2002 a Salt Lake City, sarà solo uno dei tanti campioni che comporranno la squadra, padrona di casa, che tutta la nazione spingerà alla conquista dell’oro. Il Canada, senza apparenti punti deboli, si affida alla giovane superstar Nhl Sidney Crosby, che sarà in assoluto tra gli atleti più attesi di tutti i Giochi. Il roster dei favoriti numero uno, fa rabbrividire: spicca il fuoriclasse Joe Thornton e la profondità senza eguali nelle varie linee di difesa e di attacco. Il capitano sarà il difensore Scott Niedermayer, che è prossimo al ritiro a fine stagione, rimasto in corsa sino all’ultimo per essere nominato portabandiera del Canada nella cerimonia d’apertura.
Canadesi e Statunitensi saranno gli uni di fronte agli altri il 21 febbraio, in una sfida che si preannuncia già come uno degli eventi più seguiti di questa olimpiade. Si deciderà qui, a meno di clamorose sorprese, il primo posto nel girone che nella formula particolare di questo torneo maschile, varrà l’accesso diretto ai quarti di finale. Passeranno infatti, nei tre gruppi da quattro squadre, le vincitrici dei gironi e la migliore seconda, mentre le restanti otto affronteranno una partita ad eliminazione diretta che promuoverà le vincenti a loro volta ai quarti. Nel gruppo A, oltre alle due superpotenze nordamericane, sono inserite anche Svizzera e Norvegia.
Gli elvetici, che apriranno ufficialmente il torneo maschile il 16 febbraio contro gli Usa, possono contare su una squadra di buon valore medio, nella quale spiccano il portiere Jonas Hiller, titolare dei Ducks e il difensore Mark Streit. Solo in tre giocano in Nhl e la maggioranza dei convocati proviene dalla lega svizzera. A Torino 2006 sorpresero tutti quando nel girone batterono i canadesi. Qui proveranno di nuovo a dar fastidio alle due favorite del girone, sognando di ripetere una qualificazione ai quarti di finale che non sarà facile ma neanche impossibile.
La Norvegia, invece, ha già vinto la sua Olimpiade conquistandosi la qualificazione. Poche le ambizioni di quella che probabilmente è la squadra più modesta delle 12 iscritte al torneo. La stragrande maggioranza dei giocatori gioca nella Elitserien svedese. Partire con gli sfavori del pronostico potrà essere la loro arma migliore. Privi di qualsiasi pressione potranno provare a rendere dura la vita alle altre squadre, stando attenti però innanzitutto a limitare i danni, specialmente nella gara d’esordio che li vedrà opposti al Canada.
di Pasquale Teoli
il miracle on ice è una delle storie sportive più belle in assoluto, consiglio a tutti di vedere il film Miracle che lo racconta nei dettagli alla perfezione. Certo sarebbe bello vedere gli states di nuovo all'oro, mai dire mai, il Canada è comunque decisamente sopra tutti, ci vorrà davvero un miracle...
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