martedì 10 novembre 2009

Il salto rosa è uno sport giovane in tutti i sensi

SALTO - Chika Yoshida è la coordinatrice Fis del salto femminile. In una lunga intervista ad un sito specializzato ha spiegato le proprie impressioni sullo stato attuale del movimento e quali possono essere le prospettive per lo sviluppo della disciplina.

Il punto focale è rappresentato dal fatto che si tratta di uno sport davvero giovanissimo: sia dal punto di vista della storia che dal punto di vista dell'età media delle partecipanti. Infatti le 25enni sono a tutti gli effetti delle veterane e molte squadre sono appena nate e composte da atlete poco più che adolescenti. Per questo motivo anche se ci fosse la volontà, attualmente sarebbe impossibile pensare ad un ampliamento delle competizioni in programma nel panorama del salto al femminile.

Stando alle parole della Yoshida gli obiettivi che la Fis si pone, ovvero l'introduzione della gara a squadre femminile o anche di gare a squadre miste sono in questo momento infattibili visto che pochissime nazioni potrebbero schierare una squadra completa. Per lo stesso motivo è al momento impossibile creare un secondo circuito oltre alla Continental cup, poichè non vi sono sufficienti praticanti per permettere questo ampliamento.

Secondo la giapponese le strade da percorrere per velocizzare e favorire questo sviluppo già in atto sono due. La prima è quella di sfruttare il traino del salto maschile, organizzando diverse gare femminili in concomitanza con la Coppa del mondo per favorire la conoscenza e l'interesse da parte di quanti più appassionati possibili. La seconda è allargare la base di praticanti, introducendo la gara a squadre a livello di mondiali junior in maniera tale da portare più atlete alla specialità.

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