PATTINAGGIO VELOCITA’ - Le olimpiadi di Sapporo del 1972 consacrarono l’olandese Ard Schenk come uno dei più grandi pattinatori della storia, grazie alla vittoria di ben tre medaglie d’oro, nei 1.500, 5.000 e 10.000 metri. Ma proprio quest’ultima competizione è ritornata dopo quasi 38 anni agli onori della cronaca, essendo stata pubblicata nella biografia dello stesso campione olimpico una scottante rivelazione: la gara fu manipolata.
Schenk e l’allenatore dei tulipani Pfrommer, infatti, decisero di agevolare un altro connazionale, Kees Verkerk, per il successo nella distanza più lunga. ‘’Avevo già vinto due medaglie d’oro e accettai volentieri di poter aiutare il mio compagno di allenamenti nella conquista della vittoria", ha affermato il fuoriclasse orange. Quindi, dopo aver fatto credere agli organizzatori giapponesi di aver commesso un errore nella composizione dell'ordine di partenza, gli olandesi invertirono la posizione al via di Schenk e Verkerk, con quest’ultimo che sarebbe partito nel primo gruppo e non nel terzo.
Per i regolamenti dell’epoca questo appariva senza dubbio un grande vantaggio, perché i primi numeri erano decisamente avvantaggiati dal fatto che il ghiaccio si sarebbe progressivamente deteriorato. Verkerk ottenne così un tempo strepitoso, che sembrava il preludio di una sicura vittoria. Le cose andarono diversamente, perché "prima di partire cambiai idea e decisi di dare gas e provare a vincere fino alla fine". Schenk vinse così il suo terzo oro olimpico, relegando il compagno di squadra all’argento.
Schenk e l’allenatore dei tulipani Pfrommer, infatti, decisero di agevolare un altro connazionale, Kees Verkerk, per il successo nella distanza più lunga. ‘’Avevo già vinto due medaglie d’oro e accettai volentieri di poter aiutare il mio compagno di allenamenti nella conquista della vittoria", ha affermato il fuoriclasse orange. Quindi, dopo aver fatto credere agli organizzatori giapponesi di aver commesso un errore nella composizione dell'ordine di partenza, gli olandesi invertirono la posizione al via di Schenk e Verkerk, con quest’ultimo che sarebbe partito nel primo gruppo e non nel terzo.
Per i regolamenti dell’epoca questo appariva senza dubbio un grande vantaggio, perché i primi numeri erano decisamente avvantaggiati dal fatto che il ghiaccio si sarebbe progressivamente deteriorato. Verkerk ottenne così un tempo strepitoso, che sembrava il preludio di una sicura vittoria. Le cose andarono diversamente, perché "prima di partire cambiai idea e decisi di dare gas e provare a vincere fino alla fine". Schenk vinse così il suo terzo oro olimpico, relegando il compagno di squadra all’argento.
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