martedì 24 novembre 2009

Intervista esclusiva con Arianna Fontana

ESCLUSIVA - Arianna Fontana, 20 anni ancora da compiere, è una grande speranza di medaglia a Vancouver per l’Italia. Nonostante la giovanissima età, la pattinatrice di Sondrio è ormai una splendida realtà in campo internazionale, avendo già conquistato un argento mondiale nel 2007 nei 500 metri, oltre che ben 8 medaglie d’oro ai campionati Europei. Al momento è l’unica atleta del Vecchio Continente a poter infastidire le corazzate asiatiche. Arianna ci ha rivelato le sue prime impressioni sulle gare di Coppa del mondo appena terminate e sui suoi progetti in chiave olimpica.


A Torino 2006 eri giovanissima, appena sedicenne, mentre a Vancouver ti presenterai come la stella della nazionale femminile italiana. Come vivi questo ruolo?
Non mi sono mai sentita la stella della squadra, cerco sempre di mettermi alla pari con le altre ragazze. In gara comunque cerco di stimolare le mie compagne di squadra e loro fanno altrettanto con me.


Un bilancio sulla coppa del mondo da poco terminata: sempre fra le primissime, ma mai un podio. Cosa è mancato?
Nella prima tappa sono stata ostacolata scorrettamente da una coreana, non riuscendo così a salire sul podio. Nella seconda, invece, diciamo che la ruota non ha girato nel verso giusto perché sono successe tante cose negative nei giorni di gara. Purtroppo non sono riuscita a reagire come avrei dovuto.


Sei molto migliorata nei 1.500 metri. Saranno la tua gara in futuro, oppure punterai sempre molto sui 500?
Sì è vero sono molto migliorata nelle lunghe distanze, ma ora vorrei progredire ancor di più anche nei 500 metri. Spero che ci saranno degli allenamenti mirati a questa distanza, perché a Vancouver voglio fare bene.


A Vancouver quale sarà il tuo obiettivo? Aspiri al podio?
Certamente! Per tutti gli atleti che prendono parte ai Giochi Olimpici l’obiettivo è vincere una medaglia. Io ce la metterò tutta per riuscire a portarne una a casa.


In campo femminile la leadership mondiale appartiene alla Cina, che vince quasi sempre. Quali sono secondo te i motivi di un tale predominio?
Da qualche anno la Cina è la nazionale da battere. Non conosco esattamente i motivi, ma credo che abbiano un ottimo metodo di allenamento, oltre che tantissimi atleti, grandi allenatori e strutture all’avanguardia.


Le asiatiche sono davvero imbattibili o puoi competere con loro?
Al momento ci sono soltanto due cinesi che sembrano un gradino sopra tutte le altre. Poi me la gioco con chiunque.


In Europa è ancora l’Italia la squadra più forte?
Direi di sì, anche se alcune nazioni sono cresciute molto. I migliori, però, siamo ancora noi.


Che opinione hai in generale dello stato di salute dello short track italiano?
Lo short track in Italia è pari a zero, come del resto tutti gli altri sport minori. E’ considerato pochissimo perché qui conta solo il calcio. Soldi ce ne sono pochi, le strutture spesso sono inadatte per gli allenamenti e di atleti ce ne sono sempre meno. Direi che attraversiamo una fase di logoramento, con molte società che hanno chiuso a causa del sempre minor numero di iscritti.

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