domenica 18 ottobre 2009

Kim Yu Na e Virtue-Moir protagonisti a Parigi

PATTINAGGIO DI FIGURA - In una prima tappa di Grand Prix nel segno di Yu Na Kim, non sono mancate le abituali sorprese di inizio stagione.

La coreana, confermando le indicazioni emerse alla vigilia da bordo pista, ha inflitto un distacco abissale alla rivale Mao Asada migliorando il record mondiale realizzato lo scorso Marzo in occasione del trionfo nei Campionati Mondiali di Los Angeles.

L'unica sbavatura per Kim, arrivata alla sesta vittoria in sette tappe di Grand Prix, è stata un flip mancato nel programma lungo, elemento che l'avrebbe proiettata in zona 140 punti nel segmento di gara. Si tratta di numeri sconosciuti a tutte le altre atlete che si sono finora confrontate con il nuovo sistema di punteggio e che fanno ancor più paura se si pensa a come esistano concreti margini di miglioramento su diversi particolari, trottole in primis.

La giapponese Asada, pur presentando programmi assai ambiziosi con tanto di elementi tecnici di valore potenzialmente superiore a quelli proposti da Kim, ha commesso numerosi errori e sembra potersi attaccare al solo rischioso triplo axel per poter competere in qualche maniera con la più completa coreana.

In terza posizione si è piazzata la giapponese Yukari Nakano, mentre Carolina Kostner, confermando la sua parabola discendente, non è andata oltre la sesta moneta. Per l'altoatesina, il ricordo dell'ultimo programma privo di eclatanti errori resta sempre più lontano, ma ciò che sorprende maggiormente è l'involuzione tecnica sui salti, in passato un punto di forza. Se però da un lato i problemi con flip e lutz sono ormai un leit-motiv delle ultime stagioni, non si comprende come il rittberger, salto per lei di ordinaria amministrazione, sia diventato un grattacapo. L'impressione è che ci sia parecchio da lavorare sul ghiaccio, evitando di circoscrivere il tutto a problemi di carattere psicologico.

Nella danza su ghiaccio, dominio di Virtue-Moir che hanno incantato il pubblico di Parigi con la danza libera pattinata sulle note della quinta sinfonia di Mahler. Non sono bastate due detrazione per extended lifts (sollevamenti prolungati) per fermare la marcia dei ventenni canadesi, apparsi decisamente più sicuri e rapidi sugli elementi tecnici rispetto alla passata stagione in cui però erano stati frenati dagli infortuni. Il podio è stato completato dai padroni di casa Pechalat-Bourzat, che hanno confermato la loro superiorità sui britannici Kerr-Kerr.

La più grande sorpresa del Trophèe Bompard è arrivata dal settore coppie. Infatti, dopo il programma corto in cui i tedeschi Savchenko-Szolowy avevano migliorato il proprio primato personale evidenziando enorme sicurezza su ogni fronte, nulla poteva far pensare ad un crollo nel programma lungo che doveva, invece, rivelarsi una passerella. Il tracollo, però, è inaspettatamente arrivato e galeotta è stata una sequenza di spirali in cui i pattini dei due si sono toccati generando la caduta di Aliona Savchenko. Da lì in avanti, per il binomio tedesco si è spenta la luce e sono arrivati in serie gli errori sulla spirale della morte, sul triplo salchow in parallelo e sul salchow lanciato.

Il successo finale è perciò andato ai russi Mukhortova-Trankov, alla prima vittoria in carriera nel Grand Prix. Gli allievi di Oleg Vassiliev, che hanno migliorato il loro primato personale di oltre 10 punti, non hanno però rubato nulla e, assoluta novità, non hanno commesso errori eclatanti. Notevole, in particolare, l'interpretazione nel programma lungo del tema musicale di "Love Story" , che dovrebbe aver sancito la tanto attesa maturità agonistica per una coppia dal grande potenziale finora inespresso.

In campo maschile, chi si aspettava un comodo successo per il francese Brian Joubert è rimasto deluso. Per il padrone di casa, dopo le imprecisioni su ogni elemento di salto del programma corto, la situazione non è migliorata nel programma lungo in cui ha presentato due quadrupli, entrambi mal realizzati. In conferenza stampa, a fronte del deludente quarto posto ottenuto, Joubert non ha nascosto di pensare, non appena la condizione fisica lo supporterà maggiormente, ad un programma lungo con ben 3 quadrupli. In realtà, proprio dichiarazioni di tale sorta evidenziano tutte le difficoltà di un atleta che, faticando a confrontarsi con avversari oggettivamente più completi di lui, deve ricorrere ad elementi tecnici di complicata realizzazione per provare a rimanere al vertice.

Il successo nel Bomphard è stato meritatamente conquistato dal giapponese Nobunari Oda, arrivato a quattro vittorie in carriera nelle tappe del Grand Prix. L'allievo di Nikolai Morozov non ha avuto neppure bisogno del quadruplo ed ha completato due programmi praticamente perfetti nonchè ottimamente coreografati, lungo in particolare. Il posto d'onore è andato al ceco Tomas Verner, da un lato capace di proporre in entrambi i programmi due solide combinazioni quadruplo toe-loop triplo toe-loop, dall'altro troppo insicuro su salti più semplici e soprattutto poco a suo agio sulle note del "Padrino", tema musicale del programma lungo.
Gradino più basso del podio, per l'emergente statunitense Adam Rippon, cui sta giovando non poco la cura Brian Orser, tecnico anche di Kim. Il bi-campione del mondo juniores, malgrado qualche cronica incertezza con il triplo axel, appare pattinatore completo e soprattutto grande interprete. A tutti gli effetti in nome su cui puntare per il prossimo quadriennio olimpico.

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