DOPING - Il presidente del Cio, Jacques Rogge, ha dichiarato di avere incaricato Arne Ljungqvist, presidente della commissione medica del comitato olimpico internazionale, di effettuare una proposta formale che potrebbe portare ad un'effettiva svolta nella lotta al doping.
In estrema sintesi: se una nazione vorrà ospitare i Giochi olimpici dovrà avere un'efficace legge antidoping che conceda alle forze dell'ordine effettivi poteri di investigazione ed azione nei confronti di chi è sospettato di praticare o favorire il doping. La proposta sarà discussa nei prossimi mesi e Rogge si augura che questa discriminante possa essere presa in considerazione già per l'assegnazione dei Giochi olimpici invernali del 2018.
"A Torino sapevamo che gli austriaci stavano facendo qualcosa di sospetto" ha detto Ljungqvist "e abbiamo passato l'informazione alle forze dell'ordine, che hanno deciso di agire. Questo è stato un episodio molto significativo: è stato possibile scoprire tutto perchè la legge italiana consente perquisizioni in caso di sospetto doping, se così non fosse stato tutta questa storia non sarebbe mai venuta alla luce."
E' interessante notare che con una discriminante del genere la Gran Bretagna non avrebbe potuto presentare la candidatura di Londra 2012, visto che nel Regno Unito attualmente la legge non permette alla polizia perquisizioni di proprietà private per il sospetto di doping. Al riguardo il presidente del comitato olimpico britannico ha affermato che presto verrà fatta una proposta in parlamento, con l'obiettivo di dare questi poteri alle forze dell'ordine in tempo per i Giochi londinesi.
In estrema sintesi: se una nazione vorrà ospitare i Giochi olimpici dovrà avere un'efficace legge antidoping che conceda alle forze dell'ordine effettivi poteri di investigazione ed azione nei confronti di chi è sospettato di praticare o favorire il doping. La proposta sarà discussa nei prossimi mesi e Rogge si augura che questa discriminante possa essere presa in considerazione già per l'assegnazione dei Giochi olimpici invernali del 2018.
"A Torino sapevamo che gli austriaci stavano facendo qualcosa di sospetto" ha detto Ljungqvist "e abbiamo passato l'informazione alle forze dell'ordine, che hanno deciso di agire. Questo è stato un episodio molto significativo: è stato possibile scoprire tutto perchè la legge italiana consente perquisizioni in caso di sospetto doping, se così non fosse stato tutta questa storia non sarebbe mai venuta alla luce."
E' interessante notare che con una discriminante del genere la Gran Bretagna non avrebbe potuto presentare la candidatura di Londra 2012, visto che nel Regno Unito attualmente la legge non permette alla polizia perquisizioni di proprietà private per il sospetto di doping. Al riguardo il presidente del comitato olimpico britannico ha affermato che presto verrà fatta una proposta in parlamento, con l'obiettivo di dare questi poteri alle forze dell'ordine in tempo per i Giochi londinesi.
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