ALPINO - Il 24 agosto 2001, all'apice della sua carriera, Hermann Maier fu investito da un'auto mentre viaggiava in sella alla sua moto e rischiò l'amputazione della gamba destra ma incredibilmente un anno e mezzo dopo, nel gennaio 2003, tornò a gareggiare nel gigante di Adelboden, il 27 gennaio dello stesso anno si aggiudicò il superG di Kitzbuehel e nella stagione successiva vinse la sua quarta Coppa del Mondo. Un episodio questo che la dice lunga sulla determinazione e la voglia di vincere di questo fuoriclasse, non a caso soprannominato Herminator per la sua cattiveria e la sua devastante potenza, che da ragazzo faceva il muratore e il maestro di sci dopo essere stato scartato dalla nazionale austriaca ma che grazie appunto a questa determinazione e alla smisurata voglia di emergere è riuscito a diventare lo sciatore più dominante a cavallo tra il 20° e il 21° secolo e il più vincente in assoluto del Wunderteam austriaco.
Nato il 7 dicembre 1972 a Flachau, Maier in carriera ha vinto quattro Coppe del mondo assolute (1998, 2000, 2001 e 2004), due medaglie d'oro olimpiche a Nagano 1998 in superG e gigante) più una d'argento in superG e una di bronzo in gigante a Torino 2006, tre medaglie d'oro mondiali, in discesa e superG a Beaver Creek 1999 e in gigante a Bormio 2005, più un argento in discesa e un bronzo in superG a St. Anton 2001 e un argento in superG a St. Moritz 2003. Ha inoltre vinto 54 gare di Coppa del Mondo, secondo assoluto alle spalle del solo Ingemar Stenmark, irraggiungibile a 86: una in combinata, 15 in discesa, 14 in gigante e 24 in superG (record per la specialità), l'ultima lo scorso 30 novembre a Lake Louise a quasi 12 anni di distanza dalla prima del 23 febbraio 1997 a Garmisch al termine della sua prima stagione completa nel Circo Bianco dopo che nel 1996 aveva dominato la Coppa Europa. Le vittorie avrebbero potuto essere 55, 15 in gigante (come Alberto Tomba) se il 14 dicembre 1997 non fosse stato squalificato al termine del gigante di Val d'Isere da lui stravinto per l'assurda regola che impone di togliersi gli sci e di mostrarli al pubblico e alle telecamere dopo aver oltrepassato la linea rossa di metà parterre d'arrivo. Il suo palmares comprende anche due coppe di specialità di discesa, tre di gigante e ben cinque di superG, la sua gara, l'ibrido dello sci alpino che ha avuto in Herminator il suo interprete ideale. Va rimarcato come tra i plurivincitori in superG, dopo Maier, con 24 successi, al secondo posto ci sia Pirmin Zurbriggen, attestatosi a quota 10, ovvero a meno della metà.
Due sono state le volte in cui la sua carriera ha rischiato di interrompersi anzitempo: oltre all'incidente del 2001, nel 1998 cadde in modo spaventoso nella discesa olimpica di Nagano (la caduta del secolo come fu soprannominata) ma non si fece neppure un graffio tanto da vincere poi gli ori già citati in superG e gigante. Col ritiro di Maier lo sci alpino perde il suo personaggio più carismatico insieme a Bode Miller e proprio alla vigilia della stagione olimpica l'Austria si vede privata di un altro dei suoi campioni di spicco, forse il più grande della storia del Wunderteam, dopo che Renate Götschl aveva annunciato il ritiro due mesi fa.
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