giovedì 15 ottobre 2009

Ai Giochi atteso l'effetto El Niño, John Kucera e compagni confidano nell'alleata nebbia

OLIMPIADI – Di solito, quando si programma un’uscita in montagna, sia che si tratti di un trekking o di una sciata, i più navigati frequentatori delle Alpi sconsigliano vivamente di credere a previsioni che si spingano oltre le 72 ore per dicedere se partire o rimandare. Senza contare che i fattori da tenere in considerazione aumentano più si sale in quota.

Oltreoceano, in vista dei Giochi, esperti del meteo sono al lavoro da tempo per provare ad indovinare quali condizioni si manifesteranno sulle piste di Whistler Mountain a febbraio. In particolare i Bernacca moderni della West Coast stanno monitorando l’evoluzione di El Niño, fenomeno che si verifica in presenza di variazioni periodiche delle temperature nell’Oceano Pacifico orientale in grado di portare siccità e incendi in Australia, alluvioni nell’America Centrale.

Le conseguenze di questo fenomeno, che si intensifica di solito nel periodo di Natale, producono effetti globali che sulle montagne di Vancouver solitamente si traducono in basse temperature e scarso innevamento. Questo è lo scenario che hanno prefigurato i metereologi di Accuweather.com l’inverno del British Colombia. Una situazione molto differente rispetto all’umidità e alla nebbia che di solito interessa la regione. Gli organizzatori non sono preoccupati, anzi, sperano di poter sfruttare il freddo del Niño per preparare la pista con neve artificiale, condizione più facile da gestire quando si “barra” il tracciato.

La squadra canadese di sci alpino, per non lasciare nulla al caso, ha messo a punto nuove soluzioni tecniche (non è dato sapere se si tratti di scioline, materiali o altro), attraverso la ricerca finanziata dal programma “Own the Podium” (Prendi il podio), per sfruttare l’effetto Niño. Lo ha rivelato ieri Gary Allan, presidente dell’Alpine Canada Alpin. Al tempo stesso però Eric Guay, Manuel Osborne Paradise, John Kucera (campione del mondo di discesa in carica) e compagni sperano di giocarsi la medaglia in condizioni di scarsa visibilità, tipica delle piste sulle quali sono cresciuti.

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