mercoledì 9 dicembre 2009

Intervista esclusiva con Alessandro Pittin

COMBINATA NORDICA - 19 anni di Tolmezzo (Udine), tre medaglie d’oro ai campionati mondiali juniores, sesto posto al debutto in quelli seniores: Alessandro Pittin è il talento che l’Italia aspettava da anni nella combinata nordica, colui che può far compiere il salto di qualità a questa disciplina dalle grandi tradizioni. L’inizio di stagione è stato decisamente incoraggiante, con la giovane stella azzurra stabilmente tra i primi 15 al mondo.


Sei costantemente tra i primi 15 in coppa del mondo. Ai mondiali ti sei piazzato sesto (risultato storico per l’Italia). Quanto manca per il podio?
Non lo so. La cosa importante è procedere un passo per volta. Quest’anno sono già contento per aver raggiunto una buona continuità. Comunque sono convinto che manchi poco per arrivare molto più avanti in classifica e questo mi dà una grande motivazione in vista delle prossime gare.


Una medaglia a Vancouver è un sogno realizzabile?
Non ho particolari obiettivi per le olimpiadi. Cercherò solamente di dare il massimo. Non credo di poter ancora puntare ad un risultato così importante in un evento così importante a soli 19 anni.


Quindi quale obiettivo ti poni per questa stagione?
Vorrei riuscire a piazzarmi con costanza tra i primi 10 in coppa del mondo e arrivare al top della forma a Vancouver. In ogni competizione l’obiettivo primario sarò dare tutto, sempre.


Sei il più giovane tra gli atleti di vertice: i rivali stranieri di temono?
Questo bisognerebbe chiederlo a loro di persona, anche se una cosa è certa: presto mi dovranno temere sicuramente.


Perché sei ancora un po’ discontinuo nei salti? E cosa serve per compiere un buon salto?
Non sono d’accordo con il fatto che sia stato discontinuo nei salti, anzi sono soddisfatto del mio rendimento. Purtroppo nella prima gara a Kuusamo abbiamo gareggiato senza poter disputare nemmeno un salto di prova, il che mi ha impedito di trovare il giusto feeling con il trampolino. A Lillehammer è andata molto bene il primo giorno di gare, meno bene il secondo perché le condizioni climatiche non erano ideali ed anche altri favoriti hanno sbagliato. Per eseguire un buon salto serve essenzialmente molta concentrazione soprattutto nelle fasi di avvicinamento al ‘dente’ ed in quella di spinta. Poi ovviamente servono una buona tecnica e dei buoni materiali. Non può mancare la freddezza di un atleta, soprattutto quando è sotto pressione. In questo sport, inoltre, non guasta mai nemmeno un pizzico di fortuna, perché le condizioni atmosferiche influiscono molto.


A parte te, gli altri azzurri non riescono a entrare nemmeno tra i primi 30: quali i motivi secondo te?
Il motivo principale è che tutti quanti hanno dei grossi problemi nel salto e, visto il livello altissimo, non è facile raggiungere la zona-punti partendo dalle retrovie. Sono fiducioso e credo
che già dalle prossime gare si vedranno dei miglioramenti da parte loro.


Per essere un buon combinatista è necessario raggiungere un perfetto equilibrio psico-fisico per rendere al meglio in due specialità molto diverse tra loro: che tipo di preparazione svolgi?
La preparazione riguarda circa per il 60% la parte di allenamento aerobico per lo sci di fondo e per il rimanente 40% tutti gli esercizi legati al salto (balzi, lavori specifici, pesi e salti sul trampolino). Bisogna però gestirsi al meglio per essere forti in entrambe le specialità.


La combinata nordica è uno degli sport invernali con meno tradizione in Italia: come ti sei avvicinato a questa disciplina?
Ho incominciato a sciare sin da bambino seguendo l’esempio di mio fratello maggiore. Ho praticato prima lo sci alpino, provando anche per la prima volta l’ebbrezza del salto, e poi lo sci di fondo. A 8 anni non avevo dimenticato la grande emozione provata nel lanciarmi dal trampolino e da allora non ho più smesso. Fare la combinata nordica è stata una scelta facile, dato che nel fondo ero molto forte e adoravo saltare.


Dopo i successi a livello giovanile ci si attende moltissimo da te: credi che potrai essere tu il traino per la diffusione della combinata nordica italiana?
Mi rendo conto che molte persone puntino su di me, soprattutto dopo i risultati della scorsa stagione. Tuttavia spero che anche i miei compagni di squadra arrivino presto ad ottenere dei buoni risultati per far conoscere il nostro sport. Indubbiamente ci si allena meglio in un team molto forte.


Cosa bisogna fare per diffondere la combinata nordica in Italia?
Da parte mia ce la sto mettendo tutta con i risultati. Quello di cui abbiamo bisogno è la visibilità televisiva ed un maggiore interesse da parte dei giornalisti sportivi perché sicuramente se non vengono mostrate gare in tv o se sui giornali mancano articoli su questo sport, allora la gente non sa neppure cosa sia la combinata. Sono certo che molte persone si interesserebbero a questo sport veramente emozionante se solo potessero saperne di più a riguardo. A questo proposito porgo un ringraziamento doveroso al Club Amici di Pittin che mi sostiene sempre su Facebook e cerca di promuovere la mia disciplina in tutta l’Italia.

di Federico Militello

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