BIATHLON - Lukas Hofer è la grande promessa del biathlon italiano. Ha conquistato due ori, sprint e inseguimento, ai mondiali juniores di Canmore della passata stagione. Quest’anno sta ottenendo buoni piazzamenti in Coppa del Mondo, mostrando delle qualità che fanno ben sperare per il futuro. Il 20enne di Brunico, tuttavia, ha la testa ben salda sulle spalle e vede ben chiara davanti a sé la strada da intraprendere per il futuro.
Chi è Lukas Hofer?
Sono una persona normale, allegra. Il biathlon è la mia vita. Tutti quelli che mi conoscono sanno che non passa giorno senza in cui non pensi a questo straordinario sport, cui dedico tutto me stesso e, se necessario, anche di più.
Che impatto hai avuto nel gareggiare a tempo pieno in Coppa del Mondo? Con la Coppa del Mondo cambia tutto. Sono sempre impegnato e sempre in viaggio. Non ho tempo di pensare ad altre cose perché mi devo concentrare sulle gare. Io ho scelto questa vita perché mi piace molto. Alla fine, però, sono sempre contento di ritornare a casa con la mia famiglia ed i miei amici per ricaricare le batterie.
Come ti trovi con il nuovo dt dell’Italia (Fabio Curtaz) e con i suoi metodi di allenamento?
Mi trovo veramente bene e spero che continueremo ancora a lungo con gli attuali allenatori. In particolare il lavoro con Willy Pallhuber è importantissimo e fondamentale per me.
Hai grande talento e da juniores dominavi: l’Italia ha trovato un grande atleta?
Questo non lo so. Diciamo che sto lavorando per essere sempre più forte perché il mio unico obiettivo è diventare uno dei grandi di questo sport. Per questo ci vuole tempo e grande disciplina.
Il fondo è sempre stato il tuo punto di forza, ma anche al poligono sei molto migliorato: come hai fatto?
Sugli sci facevo un po’ di fatica nell’ultima gara, anche se poi alla fine sono andato meglio di quanto pensassi. Sul tiro, invece, mi sono allenato tantissimo. Ho sparato quest’anno 6000 colpi in più delle passate stagioni. Questo è stato fondamentale per migliorarmi, così come altri lavori di perfezionamento.
A Hochfilzen sei entrato nei 15: quanto è lontano il podio?
Al momento sono molto soddisfatto delle mie gare ed in un certo senso sono sorpreso perché non pensavo di trovarmi già in questa posizione. Beh, per il podio non serve poi così tanto. Devi trovarti nella giornata giusta, nel senso che bisogna sparare benissimo (massimo un errore, ma dipende come sparano gli altri) e andare al massimo con gli sci. Serve la gara perfetta insomma.
Le tue prime olimpiadi a Vancouver saranno solo utili per fare esperienza o punti a qualcosa di più?
L’obiettivo della mia stagione è di fare tanta esperienza, che mi tornerà senz’altro utile in futuro. Non sono ancora sicuro che sarò convocato per le olimpiadi, ma se accadrà proverò a fare delle belle gare e a dare il massimo.
La staffetta italiana secondo te è competitiva?
Secondo me è molto forte, ne sono sicuro. Se guardiamo le classifiche delle due ultime gare si può notare come tutte le nazionali, noi compresi, siano tutte molto vicine a livello cronometrico. Per questo credo che se riusciremo ad essere precisi al tiro, allora lotteremo per le prime posizioni.
Cosa ti senti di promettere per questa stagione?
Meglio non promettere niente, perché poi è facile non raggiungere gli obiettivi prefissati. L’unica cosa che posso garantire a tutti i miei tifosi è che non mollerò mai fino alla fine in ogni gara per raggiungere dei grandi risultati.
Federico Militello
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