PATTINAGGIO DI FIGURA - Abbiamo incontrato Valentina Marchei a pochi giorni dalla sua vittoria, la terza della sua carriera, ai campionati italiani di pattinaggio di figura a Brescia, che la proietta come autorevole candidata all'unico posto disponibile per l'Italia nell'artistico femminile ai Giochi Olimpici di Vancouver che si giocherà con Carolina Kostner agli Europei di Tallinn del prossimo mese.
Per Valentina il pattinaggio è stato amore a prima vista e avere un padre, Marco, che ha partecipato a due maratone olimpiche nel 1980 e nel 1984, è stato determinante nell'indirizzarla verso una carriera sportiva intesa più che altro come esperienza di vita: "Ho cominciato a pattinare a otto anni, un po' tardi rispetto agli altri ma mi è piaciuto subito e non ho più smesso - racconta Valentina -. Ho iniziato a fare agonismo perché mi è stato fatto capire che potevo andare lontano. Mio padre più che spingermi verso le gare mi ha spinto verso lo sport inteso come divertimento e come scuola di vita".
Fino al 2008 la Marchei poteva vantare un quinto e un sesto posto agli Europei del 2007 e del 2008 e un undicesimo ai Mondiali del 2007. Poi ha cambiato allenatore e nazione in cui prepararsi: dal settembre dell'anno scorso è negli Stati Uniti sotto la guida del russo Nikolai Morozov che segue anche molti altri pattinatori titolati. Ma gli infortuni che le hanno fatto saltare tutti gli appuntamenti più importanti della scorsa stagione hanno costretto la 23enne milanese a ricominciare praticamente da capo.
"Dopo i due infortuni che ho avuto, a ottobre del 2008 a un piede e poi lo scorso gennaio all'altro piede, è come se fossi ripartita da zero - dice Valentina -. L'atmosfera del team in cui mi alleno, che è fatto da molti campioni che hanno vinto medaglie, è bellissima: loro sono campioni solo con le medaglie al collo, per il resto sono delle persone normali e dei cari amici. Insieme a loro sento di essere maturata come persona e come pattinatrice e vivo il pattinaggio in modo completamente diverso rispetto a prima. Ho ritrovato la gioia di pattinare dopo quattro-cinque mesi di sofferenze e di pianti in cui non potevo farlo e durante i quali quasi tutti mi avevano abbandonato, compresi gli sponsor. La vittoria nei campionati italiani la dedico alle poche persone che comunque mi sono state vicine, inclusi naturalmente i miei genitori".
La Marchei traccia poi un primo bilancio della stagione e fissa il suo prossimo obiettivo: "Posso già dire che questa è una grande stagione indipendentemente da come andranno gli Europei e dal fatto se andrò o no a Vancouver. La mia miglior gara è quella che devo ancora fare, magari agli Europei di Tallinn, dove il mio obiettivo è non tanto la medaglia, o meglio, anche quella dato che non mi farebbe per niente schifo, quanto pattinare bene. Non so se ce la farò ma so che posso farlo".
Tra lei e Carolina Kostner, anche se qualche mezzo d'informazione ha già cominciato a giocare sulla rivalità agonistica tra le due, c'è un buon rapporto "ma ultimamente ci siamo un po' allontanate. So benissimo che cosa sta passando in questo momento e la capisco perfettamente, la cosa importante è fare bene tutte e due insieme per il bene del nostro sport. Rimanere nell'ombra di Carolina in un certo senso mi ha giovato perché ho comunque potuto lavorare tranquilla e senza pressioni. Certo, leggere sui giornali titoli come 'Flop Kostner, vince la Marchei' un po' mi dà fastidio: tutto viene ridotto a lei e in seconda battuta a me, eppure abbiamo anche altri campioni che si sono distinti a livello internazionale dei quali non si parla mai".
In conclusione, il sogno olimpico di Vancouver sta diventando una realtà possibile? Valentina assicura di sì. "Ma non mi faccio illusioni, io comunque continuo a lavorare sodo e ho ricominciato a farlo già dopo la vittoria ai campionati italiani". Per arrivare a quella zona podio degli Europei che se conquistata davanti a Carolina le darebbe la certezza di essere lei la nostra rappresentante alle Olimpiadi di Vancouver. In bocca al lupo Valentina!
Per Valentina il pattinaggio è stato amore a prima vista e avere un padre, Marco, che ha partecipato a due maratone olimpiche nel 1980 e nel 1984, è stato determinante nell'indirizzarla verso una carriera sportiva intesa più che altro come esperienza di vita: "Ho cominciato a pattinare a otto anni, un po' tardi rispetto agli altri ma mi è piaciuto subito e non ho più smesso - racconta Valentina -. Ho iniziato a fare agonismo perché mi è stato fatto capire che potevo andare lontano. Mio padre più che spingermi verso le gare mi ha spinto verso lo sport inteso come divertimento e come scuola di vita".
Fino al 2008 la Marchei poteva vantare un quinto e un sesto posto agli Europei del 2007 e del 2008 e un undicesimo ai Mondiali del 2007. Poi ha cambiato allenatore e nazione in cui prepararsi: dal settembre dell'anno scorso è negli Stati Uniti sotto la guida del russo Nikolai Morozov che segue anche molti altri pattinatori titolati. Ma gli infortuni che le hanno fatto saltare tutti gli appuntamenti più importanti della scorsa stagione hanno costretto la 23enne milanese a ricominciare praticamente da capo.
"Dopo i due infortuni che ho avuto, a ottobre del 2008 a un piede e poi lo scorso gennaio all'altro piede, è come se fossi ripartita da zero - dice Valentina -. L'atmosfera del team in cui mi alleno, che è fatto da molti campioni che hanno vinto medaglie, è bellissima: loro sono campioni solo con le medaglie al collo, per il resto sono delle persone normali e dei cari amici. Insieme a loro sento di essere maturata come persona e come pattinatrice e vivo il pattinaggio in modo completamente diverso rispetto a prima. Ho ritrovato la gioia di pattinare dopo quattro-cinque mesi di sofferenze e di pianti in cui non potevo farlo e durante i quali quasi tutti mi avevano abbandonato, compresi gli sponsor. La vittoria nei campionati italiani la dedico alle poche persone che comunque mi sono state vicine, inclusi naturalmente i miei genitori".
La Marchei traccia poi un primo bilancio della stagione e fissa il suo prossimo obiettivo: "Posso già dire che questa è una grande stagione indipendentemente da come andranno gli Europei e dal fatto se andrò o no a Vancouver. La mia miglior gara è quella che devo ancora fare, magari agli Europei di Tallinn, dove il mio obiettivo è non tanto la medaglia, o meglio, anche quella dato che non mi farebbe per niente schifo, quanto pattinare bene. Non so se ce la farò ma so che posso farlo".
Tra lei e Carolina Kostner, anche se qualche mezzo d'informazione ha già cominciato a giocare sulla rivalità agonistica tra le due, c'è un buon rapporto "ma ultimamente ci siamo un po' allontanate. So benissimo che cosa sta passando in questo momento e la capisco perfettamente, la cosa importante è fare bene tutte e due insieme per il bene del nostro sport. Rimanere nell'ombra di Carolina in un certo senso mi ha giovato perché ho comunque potuto lavorare tranquilla e senza pressioni. Certo, leggere sui giornali titoli come 'Flop Kostner, vince la Marchei' un po' mi dà fastidio: tutto viene ridotto a lei e in seconda battuta a me, eppure abbiamo anche altri campioni che si sono distinti a livello internazionale dei quali non si parla mai".
In conclusione, il sogno olimpico di Vancouver sta diventando una realtà possibile? Valentina assicura di sì. "Ma non mi faccio illusioni, io comunque continuo a lavorare sodo e ho ricominciato a farlo già dopo la vittoria ai campionati italiani". Per arrivare a quella zona podio degli Europei che se conquistata davanti a Carolina le darebbe la certezza di essere lei la nostra rappresentante alle Olimpiadi di Vancouver. In bocca al lupo Valentina!
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