BIATHLON - Nella staffetta maschile di ieri la Norvegia è giunta quinta a 1'27" dall'Austria vincitrice. Gran parte di questo ritardo è stato accumulato nel poligono a terra della seconda frazione dove Lars Berger è rimasto un minuto più del dovuto. A far perdere tutto questo tempo al norvegese sembrava essere stato un problema tecnico alla carabina, ma dopo la gara si è scoperta la verità: la causa del disastro è stata la decisione del 30enne di partire senza guanti. A raccontare tutto è stato lo stesso biathleta, affranto, ai microfoni della televisione norvegese.
Infatti Berger ha preferito gareggiare a mani nude vista la temperatura sopra lo zero, peccato che il norvegese, non abituato a gareggiare senza guanti, sia arrivato al primo poligono con le dita intorpidite e i polpastrelli privi di sensibilità. Quando una cartuccia non si è scaricata è iniziato il dramma: a causa della scarsa sensibilità il maldestro talento degli sci stretti ha impiegato tanto tempo nel preparare il colpo successivo. Persi preziosi secondi e resosi conto della sua situazione è andato letteralmente nel panico al pensiero di dover inserire le ricariche.
Mancati due bersagli con il caricatore la situazione è ulteriormente precipitata. Berger è riuscito a evitare il giro di penalità, che però è arrivato al successivo poligono in piedi. La Norvegia, che al primo cambio era quinta a 20" dalla vetta, al termine della frazione, invece, si è trovata in undicesima posizione staccata di oltre 2 minuti.
Avendo saputo quanto successo Halvard Hanevold non ha certo mostrato compresione per il più giovane compagno di squadra: "La ricarica mi sembra una cosa semplice: prendi la cartuccia, la metti in canna, carichi, spari. L'avrò fatto 1.000 volte, ma forse Lars ha bisogno di fare un po' di allenamento. E se ancora non dovesse capire come si fa, allora glielo dovrò insegnare io". Berger, venuto a conoscenza di queste dichiarazioni si è limitato a rispondere con un: "Ho capito, oggi sono il capro espiatorio".
Infatti Berger ha preferito gareggiare a mani nude vista la temperatura sopra lo zero, peccato che il norvegese, non abituato a gareggiare senza guanti, sia arrivato al primo poligono con le dita intorpidite e i polpastrelli privi di sensibilità. Quando una cartuccia non si è scaricata è iniziato il dramma: a causa della scarsa sensibilità il maldestro talento degli sci stretti ha impiegato tanto tempo nel preparare il colpo successivo. Persi preziosi secondi e resosi conto della sua situazione è andato letteralmente nel panico al pensiero di dover inserire le ricariche.
Mancati due bersagli con il caricatore la situazione è ulteriormente precipitata. Berger è riuscito a evitare il giro di penalità, che però è arrivato al successivo poligono in piedi. La Norvegia, che al primo cambio era quinta a 20" dalla vetta, al termine della frazione, invece, si è trovata in undicesima posizione staccata di oltre 2 minuti.
Avendo saputo quanto successo Halvard Hanevold non ha certo mostrato compresione per il più giovane compagno di squadra: "La ricarica mi sembra una cosa semplice: prendi la cartuccia, la metti in canna, carichi, spari. L'avrò fatto 1.000 volte, ma forse Lars ha bisogno di fare un po' di allenamento. E se ancora non dovesse capire come si fa, allora glielo dovrò insegnare io". Berger, venuto a conoscenza di queste dichiarazioni si è limitato a rispondere con un: "Ho capito, oggi sono il capro espiatorio".
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