martedì 8 settembre 2009

Il caso Høidalen potrebbe sconvolgere l'antidoping

DOPING - In Norvegia fa molto discutere il caso di Vegard Høidalen, atleta di beach volley squalificato dalla propria federazione su segnalazione dell'agenzia antidoping norvegese lo scorso anno dopo la continua violazione della regola che impone agli sportivi di comunicare continuamente la località in cui si trovano per rendersi sempre disponibili ai controlli antidoping a sorpresa. Il fatto è che il 38enne ha fatto causa all'agenzia antidoping norvegese e ha chiesto un risarcimento di 4 milioni di corone (460 mila €) e, stando alle parole del professor Dag Vidar Hanstand esperto antidoping, se Høidalen dovesse vincere la causa questo fatto potrebbe avere gravissime ripercussioni nei confronti della lotta al doping sia in Norvegia che in tutto il mondo.

Innanzitutto l'agenzia antidoping norvegese ha un budget di 20 milioni di corone l'anno (2,3 milioni di €), e se dovesse utilizzarne un quinto per pagare l'atleta finirebbe in ginocchio economicamente. Inoltre, e soprattutto, la regola che impone agli atleti di comunicare la per rendersi reperibili in ogni momento ai controlli a sorpresa potrebbe di fatto non esistere più: la sentenza creerebbe un precedente, ovvero la possibilità dell'atleta segnalato per inadempienza di questa regola di chiedere un risarcimento economico all'agenzia antidoping nazionale. Quindi nessuna agenzia antidoping potrebbe avere più il coraggio di segnalare gli atleti che non rispettano questa regola nel timore di dover subire un salasso finanziario insostenibile.

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