DOPING - Lo speaker norvegese di diverse gare di sci di fondo, Kjell Erik Kristiansen, ha scritto una propria riflessione ad un sito svedese riguardo Evgeny Dementiev e i casi di doping russi in generale. Abbiamo tradotto le parti più significative.
"Ho conosciuto molto bene Evgeny un paio di anni fa: abbiamo fatto insieme un viaggio in Russia per arrivare a Khanty-Mansiysk dove si disputavano delle sprint, con noi c'erano anche atleti svedesi e italiani. Dopo essere atterrati a Ekateriniburg abbiamo fatto 16 ore di treno, quindi abbiamo preso pullmino scassato e piccolissimo, e siamo passati per il suo paese natale dove ci siamo fermati. Siamo scesi, ci ha presentato alla piccola comunità con orgoglio, spiegando che c'erano anche alcuni dei suoi rivali, è stato un momento toccante; per gli abitanti di quel piccolo villaggio sperduto nella steppa Evgeny è un eroe, e non solo per meriti sportivi: fino a qualche anno fa in quel posto non c'era nemmeno la scuola. Alcuni degli introiti ottenuti grazie all'oro olimpico li ha donati per ampliare le piccole strutture scolastiche, è davvero una brava persona. Lo scorso inverno si seppe che c'erano 5 fondisti russi tenuti anonimi che la Fis considerava "sorvegliati speciali". Dementiev era uno di questi, e adesso è entrato nella lista degli atleti dopati, una lista che in Russia è più lunga che altrove.
Il padre di Julia Tchepalova era l'allenatore di Shiryayev, ed era stato interdetto per due anni, eppure ha continuato ad allenare la figlia, ed è stato reinserito nelle squadre russe appena terminata la squalifica.
Ho sentito su Facebook Natalia Matveeva, non abbiamo parlato di doping, era molto allegra diceva che la sua vita andava bene, che si è appena sposata, e che si sta allenando come se nulla fosse.
Il fatto è che in Russia c'è una cultura, una morale, completamente diversa: lì il punto di vista nei confronti del doping è 'Se non ti trovano non c'è nessun problema', e questo viene inculcato anche agli atleti più giovani. Il doping non è considerata una cosa sleale e immorale, è solo una sorta di rischio calcolato. Se diventi campione olimpico una volta lo rimani per sempre, non importa se si scopre che sei sporco o meno, privilegi, ricchezza e fama rimangono inalterati.
E' qui che bisogna agire per modificare veramente le cose, non è squalificando gli atleti per 2 anni che si risolverà il problema. Per risolvere il problema bisogna trovare, punire e allontanare anche i tecnici e i medici, che sono responsabili tanto quanto gli atleti, e soprattutto cambiare mentalità."
"Ho conosciuto molto bene Evgeny un paio di anni fa: abbiamo fatto insieme un viaggio in Russia per arrivare a Khanty-Mansiysk dove si disputavano delle sprint, con noi c'erano anche atleti svedesi e italiani. Dopo essere atterrati a Ekateriniburg abbiamo fatto 16 ore di treno, quindi abbiamo preso pullmino scassato e piccolissimo, e siamo passati per il suo paese natale dove ci siamo fermati. Siamo scesi, ci ha presentato alla piccola comunità con orgoglio, spiegando che c'erano anche alcuni dei suoi rivali, è stato un momento toccante; per gli abitanti di quel piccolo villaggio sperduto nella steppa Evgeny è un eroe, e non solo per meriti sportivi: fino a qualche anno fa in quel posto non c'era nemmeno la scuola. Alcuni degli introiti ottenuti grazie all'oro olimpico li ha donati per ampliare le piccole strutture scolastiche, è davvero una brava persona. Lo scorso inverno si seppe che c'erano 5 fondisti russi tenuti anonimi che la Fis considerava "sorvegliati speciali". Dementiev era uno di questi, e adesso è entrato nella lista degli atleti dopati, una lista che in Russia è più lunga che altrove.
Il padre di Julia Tchepalova era l'allenatore di Shiryayev, ed era stato interdetto per due anni, eppure ha continuato ad allenare la figlia, ed è stato reinserito nelle squadre russe appena terminata la squalifica.
Ho sentito su Facebook Natalia Matveeva, non abbiamo parlato di doping, era molto allegra diceva che la sua vita andava bene, che si è appena sposata, e che si sta allenando come se nulla fosse.
Il fatto è che in Russia c'è una cultura, una morale, completamente diversa: lì il punto di vista nei confronti del doping è 'Se non ti trovano non c'è nessun problema', e questo viene inculcato anche agli atleti più giovani. Il doping non è considerata una cosa sleale e immorale, è solo una sorta di rischio calcolato. Se diventi campione olimpico una volta lo rimani per sempre, non importa se si scopre che sei sporco o meno, privilegi, ricchezza e fama rimangono inalterati.
E' qui che bisogna agire per modificare veramente le cose, non è squalificando gli atleti per 2 anni che si risolverà il problema. Per risolvere il problema bisogna trovare, punire e allontanare anche i tecnici e i medici, che sono responsabili tanto quanto gli atleti, e soprattutto cambiare mentalità."
Thank you for the very nice blog.
RispondiEliminaCould you please provide a link to the original publications at the bottom of your posts?
Thanks,
Best, Valentin.
Thank you for the compliment. :)
RispondiEliminaIl you want the link to this news you can leave the email adress and we'll inform you in private.
Best regards.
Hi, thank you for the answer.
RispondiEliminaI found the link to this news, but what I mean - that in general you could put the links to the original articles.
For example, I do not read in italian, so I must use google translate, but I do read in english, french and russian, and normally translation from scandinavian languages to english works a little better than from italian. It's always possible to find the source, but it just takes time :)
Thank you in advance.
Valentin.
P.S. If you need translation to english of some news from www.skisport.ru ( the main russian web-site about xc skiing, I may help )