giovedì 3 settembre 2009

Guai in vista per il comitato olimpico austriaco?

OLIMPIADI - Il comitato olimpico austriaco (Öoc) è sotto il tiro dei media locali, che lanciano pesanti accuse riguardo un'oscura vicenda monetaria collegata alla candidatura di Salisburgo per ospitare i giochi olimpici del 2014.

La chiave dello scandalo è una remunerazione di quasi 1,2 milioni di € che sarebbe stata versata in 13 rate mensili dall'Öoc all'uomo d'affari Erwin Roth, che collaborava alla candidatura olimpica di Salisburgo. Per mesi sul banco degli imputati c'è stato l'ex segretario generale Heinz Jungwirth, dimessosi a febbraio dalla sua carica (che occupava dal 1984) dopo l'apertura di un'inchiesta della magistratura austriaca per appropriazione indebita. Jungwirth ha sempre proclamato la propria innocenza, e riguardo Roth (anch'egli indagato) ha affermato che era sì pagato per i suoi servizi, ma non così tanto come scritto sui giornali. Parole però smentite da Roth, che in un'intervista ha affermato di avere ricevuto 90.000 € al mese per 13 mesi dal comitato olimpico, ma non come remunerazione, bensì per sostenere la candidatura di Salisburgo.

Ora anche Leo Wallner, il presidente dell'Öoc dal 1990, sarebbe sul punto di essere travolto dallo scandalo. In un'intervista televisiva, lunedì, il 73enne si è schierato a fianco di Jungwirth affermando che le accuse sono "enormi menzogne", ed interpellato riguardo questo presunto finanziamento ha confermato che Roth lavorava per il comitato olimpico, ma di non sapere niente riguardo la sua remunerazione.

Il problema, per Waller, viene dal comitato esecutivo dell'Öoc, che lunedì ha definitivamente "scaricato" Jungwirth inviandogli una formale lettera di protesta per il suo operato. Un altro, e ancor più forte, segnale negativo viene dal ministro della difesa e dello sport Norbert Darabos che ha auspicato un ricambio generazionale nella dirigenza del comitato olimpico.

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