domenica 28 febbraio 2010

Vancouver: la storia delle gare dell'ultima giornata

Sci di fondo, 50 km partenza in linea tecnica classica maschile

Ore 18.30

L’ultima giornata dei Giochi di Vancouver si apre con l’assegnazione del titolo della gara simbolo delle Olimpiadi invernali, la 50 km, il corrispettivo di quello che è la maratona per le Olimpiadi estive. Per la prima volta questa gara si svolgerà con partenza in linea a tecnica classica, quattro anni fa la partenza fu sempre in linea ma a tecnica libera e gli appassionati italiani vissero una grande emozione per il trionfo in volata sul gruppo compatto di Giorgio Di Centa, fratello minore di Manuela, mai vincitore di una gara individuale a livello internazionale né prima né dopo fino allo scorso 5 febbraio, quando ha riportato finalmente la prima vittoria in Coppa del Mondo a 37 anni suonati nella 15 km skating sulle nevi canadesi di Canmore. L’Italia, unico paese alpino a vincere un oro in questa gara, ha conquistato altre tre medaglie nella maratona delle nevi: nel 1988 fu disputata per la prima volta a tecnica libera con la classica partenza individuale, mentre fino ad allora si era sempre svolta a tecnica classica, e Maurilio De Zolt vinse l’argento alle spalle del “cigno” svedese Gunde Svan, al suo quarto oro olimpico in due edizioni. De Zolt si ripeté nel 1992 ad Albertville quando nella stessa tecnica si arrese soltanto a un altro mostro sacro, Bjørn Dæhlie, e precedette Giorgio Vanzetta che si prese una fantastica medaglia di bronzo. Per quanto riguarda i protagonisti di questa gara, solo due l’hanno vinta due volte ma non consecutivamente: lo svedese Sixten Jernberg nel 1956 e nel 1964 e il già citato Dæhlie che trionfò nel 1998 a prezzo di uno sforzo sovrumano tanto da rimanere steso a terra senza fiato per cinque minuti dopo aver tagliato il traguardo. Con dodici medaglie olimpiche totali di cui otto d’oro, sei in gare individuali, Dæhlie è l’atleta più vincente in assoluto dei Giochi olimpici invernali. Nel 1994 Vladimir Smirnov regalò al Kazakistan il primo e unico oro alle Olimpiadi bianche mentre nel 2002 ci fu la squalifica di Johan Mühlegg per doping e il successo andò al russo Mikhail Ivanov. La nazione che ha vinto più volte questa gara è la Svezia con sette.


Hockey su ghiaccio maschile - Canada vs Stati Uniti

Ore 21.15

L’ultimo evento della 21a Olimpiade invernale sarà la finale del torneo maschile di hockey su ghiaccio, che in Canada è sport nazionale. Proprio i canadesi hanno dominato sei delle prime sette edizioni dei Giochi in cui si è svolto questo sport, compresa quella delle Olimpiadi estive di Anversa nel 1920, dove l’hockey fece la sua comparsa tra gli sport a cinque cerchi. Nel 1924 a Chamonix il Canada massacrò letteralmente la concorrenza segnando ben 110 gol in cinque partite e subendone soltanto tre! Dopo i trionfi del 1928 e del 1932, furono battuti inaspettatamente dalla Gran Bretagna nel 1936, quindi tornarono a dominare nel 1948 e nel 1952. Poi apparve l’Unione Sovietica e per il Canada iniziò un lungo digiuno interrotto soltanto con il trionfo del 2002. I sovietici dal 1956 al 1992 vinsero otto edizioni su dieci dei Giochi, l’ultima come Comunità Stati Indipendenti. I titoli del 1960 e del 1980 andarono agli Stati Uniti. A Squaw Valley si classificarono davanti a canadesi e sovietici. Ben maggiore richiamo mediatico ebbe il trionfo di Lake Placid: nel match che poi si rivelò decisivo i padroni di casa, che avevano nelle loro fila dilettanti e giocatori universitari, sconfissero la ben più quotata squadra sovietica per 4-3 con gol decisivo del capitano Mike Eruzione. A nulla valse l’assedio sovietico alla porta di Jim Craig con 10 minuti ancora da giocare, due giorni dopo la squadra di Herb Brooks completò l’opera battendo la Finlandia per 4-2. Questa impresa sportiva, subito definita “miracle on ice”, miracolo sul ghiaccio, ha ispirato addirittura due film. Per concludere, la Svezia ha vinto nel 1994 e nel 2006 e la Repubblica Ceca nel 1998. L’Italia è stata settima nelle Olimpiadi di casa a Cortina, nel 1956.


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