sabato 27 febbraio 2010

Vancouver: la storia delle gare della 14^ giornata

Sci di fondo, 30 km partenza in linea tecnica classica femminile
Ore 20.45
La penultima giornata dei Giochi di Vancouver si apre con l’assegnazione del titolo della gara più lunga del fondo femminile. Per la prima volta sarà disputata a tecnica classica con partenza in linea, nel 1992 e 1998 si corse a tecnica libera con partenza a cronometro, nel 1994 e nel 2002, per l’alternanza delle tecniche, sempre a cronometro ma a tecnica classica, infine nel 2006 a tecnica libera con partenza in linea. Il medagliere dell’Italia su questa distanza è straordinario: tre ori e due argenti, solo nei Giochi di casa a Torino le azzurre non sono andate sul podio. Nel 1992 Stefania Belmondo battendo le russe Lyubov Yegorova e Yelena Välbe, arrivate alla loro quinta medaglia olimpica ad Albertville, si prese il suo primo oro olimpico, il secondo arrivò dieci anni più tardi nella 15 km mass start sempre a skating. Nel 1994 toccò all’altra grandissima del nostro fondo, Manuela Di Centa, che vinse il suo secondo oro e la sua quinta medaglia a Lillehammer. Nel 1998 la Belmondo vinse l’argento, battuta dalla russa Yulia Chepalova. Nel 2002 Larisa Lazutina, che aveva vinto la gara, venne squalificata per doping insieme alla connazionale Olga Danilova e l’oro andò a Gabriella Paruzzi davanti a Stefania Belmondo, che con l’argento raggiunse quota dieci medaglie olimpiche, due ori, tre argenti e cinque bronzi, lo stesso numero di metalli collezionati dalla russa-sovietica Raisa Smetanina tra il 1976 e il 1992. Infine nel 2006 la ceca Katerina Neumannová batté in volata la Chepalova e la polacca Justyna Kowalczyk mentre la Paruzzi si dovette accontentare del quinto posto.

Snowboard, gigante parallelo maschile
A partire dalle ore 21.15
Come la corrispettiva gara femminile anche il gigante dello snowboard si disputò nel 1998 in due manche come quello dello sci alpino, poi nel 2002 e nel 2006 diventò parallelo a eliminazione diretta. Fece rumore l’assegnazione dell’oro nell’edizione del debutto di questa gara a Nagano: vinse il canadese Ross Rebagliati con soli due centesimi di vantaggio sull’azzurro Thomas Prugger. Rebagliati tre giorni dopo venne squalificato in quanto trovato positivo alla marijuana, il canadese si difese dicendo di non averne mai fumata negli ultimi dieci mesi e di essere andato otto giorni prima della gara a una festa in Canada nella quale ne aveva subito il fumo passivo. Gli uomini dello staff di Rebagliati sostennero inoltre che la marijuana che si fuma a Whistler (sì, proprio la sede di molte delle gare olimpiche di Vancouver!), il paese di Rebagliati, è molto più forte di quella usata nel resto del mondo. Il Cio credette alla sua buona fede e anche basandosi sul fatto che farsi una canna non è doping, ossia che la marijuana non è sostanza proibita, decise di lasciargli l’oro e al nostro Prugger rimase l’argento, unica medaglia azzurra vinta in questa gara. Nel 2002 vinse lo svizzero Philipp Schoch che fece il bis nel 2006 battendo il fratello Schoch: i due elvetici sono la quarta coppia di fratelli o sorelle della storia ad aver fatto doppietta in una gara dei Giochi Olimpici invernali.

Sci alpino, slalom maschile
Ore 19.00 (Prima manche)
Ore 22.45 (Seconda manche)
La gara tra i pali stretti maschile, ultimo titolo da assegnare nello sci alpino a Vancouver, debutta ai Giochi nel 1948 a St. Moritz. La nazione che ha vinto più volte questo evento è l’Austria con sei ori, addirittura quattro consecutivi tra il 1952 e il 1964. Potevano essere cinque se Karl Schranz non fosse stato squalificato nel 1968. Jean-Claude Killy, l’idolo della folla di Grenoble, è già arrivato al traguardo ed è in testa dopo aver vinto la prima manche e aver disputato la seconda senza errori. Schranz è terzo dopo la prima prova, staccato di 32 centesimi da Killy, e dopo circa una ventina di porte della seconda ne salta una ma sostiene di essere stato disturbato da un misterioso “uomo nero” che ha attraversato la pista e chiede di ripetere la prova. La giuria guarda il filmato della gara e gli dà ragione, così il campione di St. Anton scende a tutta e al traguardo precede di 51 centesimi Killy. Ma la giuria torna sui suoi passi e tre ore dopo squalifica Schranz. L’oro va così a Killy che eguaglia così Toni Sailer vincendo tre ori su tre gare nella stessa edizione dei Giochi, mentre Schranz sarà uno dei più grandi sciatori a non aver mai vinto un oro olimpico: nel 1972 era il favoritissimo della discesa ma il suo nemico giurato, il presidente del Cio Avery Brundage, lo accusò di professionismo e gli impedì di partecipare alla sua quarta Olimpiade. Nel 1980 lo svedese Ingemar Stenmark, lo sciatore più vincente di sempre, fece la doppietta con lo slalom gigante, nel 1984 primo e secondo furono i gemelli statunitensi Phil e Steve Mahre che approfittarono dell’assenza “per professionismo” di Stenmark e dell’austrolussemburghese Marc Girardelli, i due grandi favoriti. Nel 2002 dietro ai due francesi Jean-Pierre Vidal e Sebastien Amiez si piazzò il britannico Alain Baxter che però fu squalificato per doping e il bronzo andò all’austriaco Benny Raich. Fu proprio Raich nel 2006 a fare il bis del trionfo in gigante e a guidare la storica tripletta austriaca con Reinfried Herbst argento e Rainer Schönfelder bronzo mentre Vidal si ruppe il braccio il giorno prima della gara e non poté difendere il suo titolo. L’Italia ha vinto sette medaglie in questa gara. Nel 1972 i cugini Gustavo e Rolando Thöni furono secondo e terzo alle spalle di uno dei vincitori più sorprendenti di tutta la storia delle Olimpiadi, Francisco Fernandez Ochoa detto Paco, primo e unico oro per la Spagna ai Giochi invernali. Nel 1976 la Valanga Azzurra mise a segno una doppietta con Piero Gros che andò a prendersi l’oro con una strepitosa seconda manche dopo essere stato quinto nella prima, argento fu ancora un Gustavo Thöni amareggiato per essere stato battuto dal più giovane compagno di squadra. Nel 1988 Alberto Tomba bissò il trionfo del gigante rimontando dalla terza posizione nella prima discesa e beffò per soli 6 centesimi il campione del mondo in carica, il tedesco Frank Wörndl, mai sul podio in carriera in Coppa del Mondo. Il bolognese effettuò altre due grandi rimonte nel 1992 e nel 1994 ma non gli bastarono per acciuffare l’oro: si dovette accontentare di due argenti, ad Albertville recuperò dalla sesta posizione e chiuse a 28 centesimi dal norvegese Finn Christian Jagge, a Lillehammer rimontò addirittura dal dodicesimo posto finendo a 15 centesimi dall’austriaco Thomas Stangassinger dal quale nella prima manche era staccato di 1”84.

Pattinaggio di velocità, inseguimento a squadre maschile
A partire dalle ore 21.50
Questa gara è stata introdotta nel programma olimpico nel 2006 sia per gli uomini che per le donne. L’oro di Torino è andato alla meravigliosa squadra azzurra che schierava Matteo Anesi, Ippolito Sanfratello ed Enrico Fabris con Stefano Donagrandi quarto uomo. Per l’Italia si è trattato del primo oro nella storia di questo sport grazie alla vittoria in semifinale sull’Olanda, nelle cui fila cadde Sven Kramer, e al trionfo in finale sul Canada.

Pattinaggio di velocità, inseguimento a squadre femminile
A partire dalle ore 21.50
A Torino vinsero le superfavorite tedesche trascinate da Anni Friesinger e Claudia Pechstein. L’Italia non ha partecipato a questa gara.

Bob a 4
Ore 22.00 (Terza manche)
Ore 23.40 (Quarta manche)
L’ultima prova del bob è quella con l’equipaggio più numeroso. E’ sempre stata solo maschile ed è presente fin dal 1924, quando potevano gareggiare equipaggi di quattro o cinque concorrenti. Nel 1928 i componenti l’equipaggio furono obbligatoriamente cinque, mentre dal 1932 a oggi ogni squadra è di quattro atleti. La nazione dominatrice di questa gara è la Germania con otto ori, tre dei quali con un bob della Germania Est, i tedeschi l’hanno vinta nelle ultime quattro edizioni, nel 2002 e nel 2006 con alla guida André Lange, l’unico a vincere tre ori nel bob insieme al connazionale Meinhard Nehmer, che vinse due ori a Lake Placid 1980 così come Lange a Torino 2006. Entrambi in queste edizioni dei Giochi hanno difeso con successo il titolo nel bob a quattro conquistato nell’Olimpiade precedente, l’unico oltre a loro a vincere questo evento per due volte consecutive è stato un autentico mito del bob statunitense, Billy Fiske, oro nel 1928 a soli 16 anni e nel 1932. In occasione del secondo trionfo faceva parte del suo equipaggio Eddie Eagan, l’unico a vincere una medaglia d’oro sia in uno sport invernale che in uno estivo: nel 1920 ad Anversa si aggiudicò il titolo olimpico nella categoria mediomassimi del pugilato. Quattro le medaglie azzurre, le prime tre con Eugenio Monti. Il rosso volante vinse l’argento nel 1956, il bronzo nel 1964 e l’oro nel 1968, esattamente come nel bob a due. Nel 1972 Nevio De Zordo guidò l’equipaggio che si aggiudicò la medaglia d’argento.

Curling maschile:
3° Posto: Svezia - Svizzera, Ore 18.00 Eurosport (Puppo)

1° Posto: Canada - Norvegia, Ore 01.30 Eurosport (Puppo)
Il curling maschile ha debuttato fin dalla prima edizione dei Giochi invernali a Chamonix quando vinsero i superfavoriti britannici che avevano una squadra interamente proveniente dalla Scozia, la culla di questo sport. Poi è stato retrocesso al rango di sport dimostrativo per varie edizioni: 1932, 1936, 1964, 1988 e 1992. Finalmente nel 1998 è tornato a far parte del programma olimpico ufficiale. A Nagano la Svizzera batté a sorpresa in finale il favorito Canada, i nordamericani persero di nuovo contro pronostico in finale a Salt Lake City nel 2002 contro la Norvegia ma hanno poi finalmente guadagnato l’ambito oro a Torino 2006 dominando la Finlandia nella sfida decisiva per il titolo. L’Italia ha partecipato solo quattro anni fa, gli azzurri furono settimi.


TESTO a cura di Max Valle
FILMATI
forniti da www.archeologiadellosport.com




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