lunedì 27 luglio 2009

Ennesimo ritardo sulla sentenza dei russi positivi

BIATHLON – C’è qualcuno che mi aiuta a capire? Christoph Vedder, presidente della commissione antidoping dell’Ibu, dopo svariati rinvii, aveva promesso che nel fine settimana appena trascorso le parti interessate avrebbero ricevuto la comunicazione delle squalifiche per doping. Tradotto, i tre atleti russi trovati positivi alla Cera, l’epo di terza generazione, avrebbero dovuto conoscere il proprio destino. Da Mosca tutto tace. Anzi, per la verità arrivano notizie quanto meno curiose.

In ordine sparso, Albina Akhatova, a 32 anni dichiara che il suo obiettivo è vincere la classifica generale di Coppa del Mondo, unico traguardo che ancora le manca in carriera. C’è da prenderla sul serio visto che, orfana del marito (ex medico della nazionale maschile alla quale - unica donna - era sempre aggregata, rimpizzato e allontano nell’estate dalla federazione) ha messo da parte antichi dissapori e ha fatto gruppo a Novosibirsk proprio con Ekaterina Iourieva.

Con loro si allenerebbe da oltre un mese Anna Bogaly-Titovets, retrocessa intanto in squadra B, attesa al rientro dopo la maternità. Come se non bastasse proprio ieri il terzo dopato in attesa di giudizio, Dimitri Iarochenko, ha fatto sapere che in agosto sarà impegnato in un training camp a Obertilliach. A che pro se per i tre casi di positività che l’Ibu gli contesta potrebbe essere fermato 4 anni. A quasi 33 anni è difficile pensare di rientrare scontata la pena. Quindi?

I test in questione risalgono al 5 dicembre del 2008, in corrispondenza della tappa di Östersund. La notizia della positivà è trapelata i primi di febbraio. Se il tempo trascorso è servito per evitare ricorsi andati a buon fine come quello di Kaisa Varis, nulla da eccepire. Soprattutto quando si tratta di una federazione considerata in modo pressochè unanime tra le più capaci ed efficienti. Ma se ci fosse dell’altro?

3 commenti:

  1. Al riguardo una decina di giorni fa Christoph Vedder si giustificò con allsport.ru dicendo che essendo lui un professore universitario, e rimanendo quella rimane la sua prima mansione, non ha potuto dedicarsi appieno al caso perchè oberato dal lavoro in ambito accademico.

    Aveva però assicurato, "a meno che non fosse morto" (testuale) che entro oggi i risultati sarebbero stati comunicati alle parti. E invece niente.

    Di sicuro c'è solo che l'IBU non ci sta facendo bella figura, anche se a quanto ho capito io, la commissione a cui l'IBU ha affidato la decisione è indipendente, quindi slegata dalla federazione stessa.

    Tuttavia tutti questi ritardi puzzano, non vorrei che si stia cercando un cavillo per evitare la squalifica ai 3; oppure al contrario che rendendosi conto che questo rischio esiste ed è serio, stiano cercando di evitare a tutti i costi un rientro da porta di servizio...

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  2. Beh, magari è morto per davvero!

    Tornando seri, situazione davvero grottesca quella che si sta sviluppando. Tanti rinvii, si capisce sempre meno.

    Per una volta l'IBU perde credibilità quando nel passato si è sempre rivelata come una delle federazioni più "affidabili" in ambito sportivo.

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  3. E' curioso il fatto che Michail Prokhorov, l'uomo più ricco di Russia e n.1 del biathlon per diletto, abbia già annunciato il ricorso alle squalifiche nel caso in cui non siano ritenute soddisfacenti dalla federazione.

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