domenica 21 febbraio 2010

Vancouver: la storia delle gare della 9^ giornata

Biathlon, 15 km partenza in linea maschile
Ore 20.00 (Eurosport, Puppo - Ambesi)
La seconda domenica di gare segna il giro di boa dei Giochi di Vancouver. Si comincia con le due mass start del biathlon, entrambe alla seconda presenza nel programma dopo quella di Torino 2006. Nella prova maschile, Ole Einar Bjørndalen fu in testa per la maggior parte della gara ma all’ultimo poligono commise due errori e venne scavalcato dal tedesco Michael Greis, che vinse il suo terzo oro di quell’Olimpiade, e dal polacco Tomasz Sikora. Il migliore degli azzurri fu il veterano Wilfried Pallhuber, ventiquattresimo.

Biathlon, 12,5 km partenza in linea femminile
Ore 22.00 (Eurosport, Puppo - Ambesi)
L’ex fondista Anna Carin Olofsson, argento nella sprint, si aggiudicò la mass start femminile di Cesana davanti a un’altra ex fondista, la tedesca Kati Wilhelm, oro nell'inseguimento, portando un successo olimpico nel biathlon alla Svezia a 46 anni di distanza dall’ultimo. Terza fu Uschi Disl, una delle più grandi campionesse della Germania, che completò la sua collezione di medaglie olimpiche senza vittorie: due argenti e tre bronzi in cinque partecipazioni. Unica azzurra in gara Michela Ponza, undicesima.

Freestyle, ski cross maschile
A partire dalle ore 18.15. Finali dalle 22.15
Entra in scena lo ski cross, corrispettivo dello snowboard cross nel freestyle, che proprio a Vancouver debutta nel programma olimpico. Il primo titolo da assegnare è quello maschile. I plurivincitori di questa stagione in Coppa del Mondo sono lo svizzero Michael Schmid, leader di specialità, e il canadese Christopher Del Bosco.

Sci alpino, supercombinata maschile
Discesa dalle 18.30. Slalom dalle 21.15
Anche per gli uomini entrerà in vigore il nuovo format di gara per la prova multipla dello sci alpino che è presente in Coppa del Mondo ormai dall’11 dicembre 2005, localita Val d’Isére. Anche qui il titolo olimpico è stato assegnato nel 1936, nel 1948 e dal 1988 in poi, mentre dal 1952 al 1984 valeva come titolo mondiale. La gara del 1992 passerà alla storia come quella più fortunata di tutta la storia dei Giochi Olimpici invernali, e forse anche di quelli estivi, per la nazionale italiana. I grandi favoriti erano l’austrolussemburghese Marc Girardelli, lo svizzero Paul Accola, dominatore delle tre combinate di Coppa del Mondo di quell’anno, e il campione uscente, l’austriaco Hubert Strolz. La discesa sulla terribile Face de Bellevarde subì un rinvio di più di due ore a causa della neve abbondante caduta nella notte, poi Girardelli cadde e si autoeliminò dalla competizione. Accola e Strolz si piazzarono quinto e tredicesimo ma nella prima manche dello slalom l’elvetico sbagliò dopo pochissime porte, recuperò ma arrivò in fondo con un distacco abissale. Strolz si issò in testa e sembrava che fosse lui il primo di sempre a bissare un titolo olimpico nello sci alpino ma nella seconda manche saltò una delle ultimissime porte consegnando l’oro a Josef Polig, mai più in alto del quinto posto in una gara di Coppa del Mondo, e l’argento a Gianfranco Martin, che era stato secondo nella discesa della combinata e si difese benissimo in slalom ma non fu mai più in grado neanche lontanamente di ripetere una gara su questi livelli. Da ricordare la tripletta norvegese Kjus-Aamodt-Strand Nilsen sulle nevi di casa a Lillehammer nel 1994 e che nel 1998 la discesa della combinata per gli “scherzi” del meteo si disputò dopo lo slalom e fu messa in calendario nello stesso giorno della discesa, diciamo così, singola, ma al pomeriggio.


Bob a 2 maschile
Terza manche dalle ore 1.00. Manche finale dalle 3.20
La nazione primatista di successi in questa specialità, introdotta nel 1932 a Lake Placid, è la Germania che, unita o divisa, ne ha conquistati sei. Solo lo svizzero Gustav Weder ha vinto questa gara due volte consecutive col fido frenatore Donat Acklin, nel 1992 e 1994. Per questo evento dobbiamo dare molto spazio all’Italia, e in particolare a Eugenio Monti, il “rosso volante”. Nato nel 1928 a Dobbiaco ma poi residente a Cortina, si annunciava come il più pericoloso avversario di Zeno Colò ma un grave incidente lo dirottò sul bob. Nel 1956 alle Olimpiadi di casa, le sue prime, fu beffato in questa gara insieme a Renzo Alverà dai connazionali Lamberto Dalla Costa e Giacomo Conti che vinsero l’oro. Nel 1960 non poté partecipare perché a Squaw Valley non c’era la pista da bob, nel 1964 dopo la prima manche il britannico Tony Nash si accorge che un bullone si è staccato dal suo bob, Monti, che fa coppia con Sergio Siorpaes, gliene presta uno del suo e la Gran Bretagna va a vincere l’oro davanti agli equipaggi azzurri Sergio Zardini-Romano Bonagura e Monti-Siorpaes, al cortinese resta l’oro del fair-play. Grenoble 1968 è la sua ultima occasione di conquistare l’oro olimpico dopo che nel bob a due è stato sette volte iridato e il rosso volante, insieme a Luciano De Paolis, a 40 anni appena suonati non la spreca: l’equipaggio azzurro ottiene lo stesso tempo al centesimo dei tedeschi occidentali Floth-Bader ma gli viene assegnato l’oro in solitaria per aver percorso la manche più veloce in assoluto. La sesta e settima medaglia per l’Italia in questa gara vengono vinte da Günther Huber, fratello degli slittinisti Wilfried, Norbert e Arnold, che nel 1994 conquista il bronzo con Stefano Ticci e nel 1998 addirittura l’oro con Antonio Tartaglia: anche in questo caso c’è un ex-aequo coi canadesi Lueders-MacEachern ma stavolta il metallo più bello viene assegnato a entrambi gli equipaggi.

Pattinaggio di velocità, 1500 metri femminili
A partire dalle ore 24.00
Tredici i titoli assegnati nel chilometro e mezzo su pista lunga femminile dal 1960 al 2006. Nelle prime due edizioni il successo andò alla sovietica Lidya Skoblikova, l’unica a vincere due volte consecutive su questa distanza, quello di Squaw Valley fu il primo dei suoi sei ori olimpici individuali. Commovente la vittoria nel 1992 della tedesca Jacqueline Börner che un anno e mezzo prima era stata investita da un’auto e aveva passato quattro mesi in ospedale e altri quattro in un centro di riabilitazione. Terza arrivò Seiko Hashimoto, prima donna giapponese sul podio in un’Olimpiade bianca. Nel 2002 l’altra tedesca Anni Friesinger dimostrò vincendo di non essere solo un sex-symbol. L’ultima vincitrice è stata la canadese Cindy Klassen. L’azzurra Chiara Simionato nel 2006 ha ottenuto il miglior risultato per l’Italia con un quinto posto.

TESTO a cura di Max Valle
FILMATI
forniti da www.archeologiadellosport.com



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