BIATHLON - Sabato, in occasione dell'esibizione di Sandnes, Ole Einar Bjørndalen ha ricevuto il premio Fakkelpris dalla Norske Totalavholdsselskap, una società norvegese impegnata in una campagna contro l’uso di droghe e alcol rivolta ai giovani.
La motivazione è che Bjørndalen ha sempre festeggiato le sue vittorie senza un brindisi pubblico.
Tuttavia, subito dopo aver ricevuto il premio, il norvegese ha spiegato che non solo non brinda in pubblico, ma anche nel privato: "Sono astemio. Ho provato l'alcol per la prima volta quando avevo 12 anni e posso dirvi che non è stata una bella esperienza. In più ben presto mi sono reso conto che chi aveva fatto uso di alcol la sera precedente alle gare aveva un rendimento decisamente inferiore rispetto al normale. Ho capito che se volevo diventare forte nel biathlon non avrei dovuto bere, e così ho fatto: non tocco più alcolici da molti anni, il mio obiettivo è essere il migliore e per raggiungerlo faccio tutto ciò che è necessario. Ecco perchè sono molto felice di ricevere questo premio: spesso vedo dei giovani atleti fotografati con in mano un bicchiere di birra dopo una vittoria. Io invece penso che nello sport non ci sia spazio per l'alcol."
Queste dichiarazioni di Bjørndalen per uno scherzo del destino sono arrivate due giorni prima della presentazione del libro "Kuningaskotka" dedicato alla carriera di Janne Ahonen, un altro grandissimo degli sport invernali, che invece rivela di avere avuto in passato problemi con l'alcol e addirittura di avere gareggiato più volte con un elevato tasso alcolico nel sangue: in particolare ha fatto molto scalpore scoprire che il 20 marzo 2005 in occasione della gara dei record di Planica, il finlandese venisse da una notte di bagordi. In quell'occasione Re Aquila saltò 240 metri, il salto più lungo mai effettuato, ma cadde all'atterraggio invalidando la misura ai fini del record del mondo. E se in quei giorni ci fosse stato Bjørndalen a consigliarlo?
La motivazione è che Bjørndalen ha sempre festeggiato le sue vittorie senza un brindisi pubblico.
Tuttavia, subito dopo aver ricevuto il premio, il norvegese ha spiegato che non solo non brinda in pubblico, ma anche nel privato: "Sono astemio. Ho provato l'alcol per la prima volta quando avevo 12 anni e posso dirvi che non è stata una bella esperienza. In più ben presto mi sono reso conto che chi aveva fatto uso di alcol la sera precedente alle gare aveva un rendimento decisamente inferiore rispetto al normale. Ho capito che se volevo diventare forte nel biathlon non avrei dovuto bere, e così ho fatto: non tocco più alcolici da molti anni, il mio obiettivo è essere il migliore e per raggiungerlo faccio tutto ciò che è necessario. Ecco perchè sono molto felice di ricevere questo premio: spesso vedo dei giovani atleti fotografati con in mano un bicchiere di birra dopo una vittoria. Io invece penso che nello sport non ci sia spazio per l'alcol."
Queste dichiarazioni di Bjørndalen per uno scherzo del destino sono arrivate due giorni prima della presentazione del libro "Kuningaskotka" dedicato alla carriera di Janne Ahonen, un altro grandissimo degli sport invernali, che invece rivela di avere avuto in passato problemi con l'alcol e addirittura di avere gareggiato più volte con un elevato tasso alcolico nel sangue: in particolare ha fatto molto scalpore scoprire che il 20 marzo 2005 in occasione della gara dei record di Planica, il finlandese venisse da una notte di bagordi. In quell'occasione Re Aquila saltò 240 metri, il salto più lungo mai effettuato, ma cadde all'atterraggio invalidando la misura ai fini del record del mondo. E se in quei giorni ci fosse stato Bjørndalen a consigliarlo?
Nessun commento:
Posta un commento