lunedì 15 febbraio 2010

Vancouver 3^ giornata: storia delle gare da podio

Sci alpino, discesa maschile, (ore 19.30)
La disciplina regina dello sci alpino è entrata in scena nel 1948 a St. Moritz, quinta edizione dei Giochi invernali, e sarà la gara più importante di quelle che assegnano le medaglie il 13 febbraio a Vancouver. Sul gradino più alto del podio sono saliti campioni come Henri Oreiller (1948), Toni Sailer (1956), Jean Vuarnet (1960), Jean-Claude Killy (1968), Bernhard Russi (1972), Franz Klammer (1976) e Pirmin Zurbriggen (1988) ma anche meteore come Bill Johnson (1984) e discesisti che difficilmente qualcuno avrebbe pronosticato alla vigilia come Leonhard Stock (1980), Patrick Ortlieb (1992), Tommy Moe (1994), Jean-Luc Cretier (1998) e Antoine Deneriaz (2006) e questa tendenza, come si vede, è tipica degli ultimi trent'anni. Nel 1956 Sailer proprio in questa gara completò l’en-plein che lo fece diventare il primo nella storia a vincere tre ori nello sci alpino nella stessa Olimpiade. Da ricordare le spettacolari vittorie di Klammer nel '76 davanti al pubblico di casa a Innsbruck e di Zurbriggen che a Calgary frantumò il tempo del connazionale Peter Müller che sembrava inavvicinabile per tutti. Non si può nemmeno dimenticare la “caduta del secolo” a Nagano 1998 di Hermann Maier che si rialzò senza nemmeno un graffio e nei giorni successivi vinse due medaglie d'oro. Sei i successi austriaci, cinque quelli francesi. L'Italia ha in bacheca due medaglie, una d'oro, conquistata nel 1952 dall'immenso Zeno Colò sulla difficilissima Norefjell di Oslo, e una di bronzo vinta dall'altoatesino Herbert Plank nel 1976.

Sci di fondo, 10 km tecnica libera femminile
(ore 19.00)
Per la prima volta il titolo della 10 km femminile con partenza individuale contro il cronometro verrà assegnato con la tecnica libera, in tutte le altre precedenti edizioni dei Giochi l’oro è stato assegnato con l’alternato mentre lo skating è stato utilizzato solo nelle tre gare a inseguimento disputate dal 1992 al 1998 che quindi non prenderemo in considerazione. Dal 1952 al 1988 a fare la parte del leone è stata l’Unione Sovietica con sei ori in dieci edizioni, con gli intermezzi, tra l’altro, della tedesca est Barbara Petzold nel 1980 e della finlandese Marja-Liisa Hamalainen, poi moglie di Harri Kirvesniemi, che proprio in questa gara vinse il primo dei suoi tre ori individuali a Sarajevo 1984. Poi, nell’Olimpiade degli scandali doping del 2002, la norvegese Bente Skari precedette le russe Larisa Lazutina, Julija Chepalova e Olga Danilova e la nostra Stefania Belmondo ma Lazutina e Danilova furono squalificate per doping permettendo al nostro “scricciolo” di conquistare il bronzo, unica medaglia azzurra femminile con partenza contro il tempo. Nel 2006 infine l’estone Kristina Smigun anticipò tre norvegesi: Bjørgen, Pedersen e Steira.


Sci di fondo, 15 km tecnica libera maschile (ore 21.30)
Fino al 1952 quella che allora era la distanza più corta del fondo maschile veniva assegnata sui 18 km., a partire dall’edizione di Cortina 1956 i chilometri scesero a 15 e, come i 10 tra le donne, l’oro su questa distanza contro il cronometro è stato sempre assegnato a tecnica classica e a Vancouver si avrà l’esordio dello skating. Memorabile l’epilogo della gara del 1980 con lo svedese Thomas Wassberg che prevalse sul finlandese Juha Mieto per un solo centesimo! Un distacco da sci alpino che fece tornare la Fis sui propri passi e ripristinare il conteggio dei tempi finali sul decimo come era stato fino al 1968 ai Giochi Olimpici. Tre vittorie ciascuno per Norvegia e Svezia, l’unico a fare il bis consecutivo è stato l’estone Andrus Veerpalu, superspecialista della tecnica classica, primo nel 2002, quando fu il primo del suo paese a vincere un oro olimpico invernale, e nel 2006. Per gli azzurri il miglior risultato è del “Grillo” Maurilio De Zolt, sesto nel 1988.


Snowboard, snowboardcross maschile (ore 23.50)
Un solo precedente per questa spettacolare gara della tavola sulla neve, introdotta a Torino 2006. A Bardonecchia vinse il canadese Seth Wescott, iridato nel 2005, sullo slovacco Radoslav Židek, finora unica medaglia del suo paese ai Giochi Invernali, e sul francese Paul-Henri De Le Rue, mentre altri due dei favoriti, l’altro francese Xavier De Le Rue e l’altro canadese Jaey-Jay Anderson, furono eliminati rispettivamente al primo turno e in semifinale. Undicesimo il migliore degli azzurri, Tommaso Tagliaferri.


Pattinaggio di figura, artistico a coppie (ore 2.00, Eurosport, Ambesi)
Il pattinaggio artistico, o di figura, è presente nel programma dei Giochi fin dalle Olimpiadi estive di Londra del 1908, poi, dopo una parentesi a Stoccolma 1912, tornò ad Anversa 1920 e infine dal 1924 fu parte integrante dei Giochi Olimpici invernali. La gara a coppie è stata presente nelle due edizioni estive di Londra e di Anversa e di tutte quelle invernali. Tra le coppie dell’anteguerra da ricordare Andrée Joly e Pierre Brunet, vincitori nel 1928 e nel 1932 nonché marito e moglie. Dal 1964 comincia il dominio dell’Unione Sovietica che proseguirà poi dal 1994 con la Russia. Irina Rodnina vinse tre medaglie d’oro dal 1972 al 1980, la prima con Aleksei Ulanov, le altre due con Alexandr Zaitsev dopo che il primo partner e compagno di vita l’aveva piantata per la collega Lyudmila Smirnova. La gara del 2002 fu lo sfondo di un altro dei tanti scandali dei Giochi di Salt Lake City. I canadesi Jamie Salé e David Pelletier furono indubitabilmente i migliori ma i giudici premiarono i russi Yelena Berezhnaya e Anton Sikharulidze. I nordamericani fecero reclamo, venne aperta un’inchiesta grazie alla quale si scoprì che la giudice francese Marie-Reine Le Gougne aveva favorito i russi in cambio del voto del giudice russo in favore dei francesi Anissina-Peizerat nella danza. La giudice ammise il voto di scambio, ma poi ritrattò dichiarando di aver subito pressioni ma a quel punto la frittata era fatta e quattro giorni dopo la gara il presidente del Cio Rogge annunciò l’assegnazione di una doppia medaglia d’oro sia alla coppia russa sia a quella canadese. Questo scandalo ha portato al cambiamento totale del punteggio del pattinaggio di figura: dai voti assegnati da ciascun giudice, con il punteggio massimo di 6,0, al programma dei pattinatori, si passò a un sistema che somma il punteggio tecnico dell’esibizione e quello delle componenti del programma. L’Italia in questo evento vanta quattro partecipazioni, Anna ed Ercole Cattaneo nel 1936 si piazzarono noni.


Pattinaggio di velocità, 500 metri maschili (ore 2.30)
La distanza più breve del pattinaggio di velocità maschile fa parte dei Giochi invernali fino al 1924. Dal 1998, anno in cui l’Italia ha ottenuto il suo miglior risultato col nono posto di Ermanno Ioriatti, il titolo viene assegnato con due manche entrambe da 500 metri e la relativa dei tempi. Il primato di medaglie d’oro per nazioni è degli Stati Uniti che ne hanno vinte sette, la prima nel 1924 con Charles Jewtraw, che è anche il primo a essersi aggiudicato un oro ai Giochi Olimpici invernali, l’ultima nel 2006 con Joey Cheek, membro dell’associazione umanitaria in favore dei bambini poveri Right to Play fondata dal grandissimo pattinatore norvegese degli anni Novanta Johann Olav Koss. Nel 1928 in virtù degli ex-aequo furono due i vincitori, il finlandese Clas Thunberg e il norvegese Bernt Evensen, e tre le medaglie di bronzo. Nel 1960 il sovietico Yevgeny Grishin bissò il successo dell’anno precedente eguagliando il suo stesso record olimpico e mondiale malgrado una scivolata sulla dirittura d’arrivo che gli cosò almeno un secondo. Nel 1980 lo statunitense Eric Heiden cominciò la sua marcia trionfale proprio in questa gara che alla vigilia veniva considerata per lui la più difficile.

TESTO a cura di Max Valle
FILMATI
forniti da www.archeologiadellosport.com




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