Sci alpino, superG maschile
Ore 20.30
La specialità più giovane dello sci alpino entrò in scena alle Olimpiadi di Calgary del 1988. Quella fu la prima gara a cinque cerchi di Alberto Tomba in una specialità che non era la sua e infatti finì fuori alla terza porta. Trionfò Franck Piccard, primo oro olimpico invernale francese dopo 20 anni, mai vincitore prima di allora in Coppa del Mondo. Il mattatore di questa disciplina ai Giochi è stato il norvegese Kjetil André Aamodt. Vinse il primo oro nel 1992 battendo l’austrolussemburghese Marc Girardelli¸ si ripeté incredibilmente a dieci anni di distanza nel 2002 superando di 11 cemtesimi l’austriaco Stephan Eberharter, infine nel 2006 malgrado un ginocchio ballerino fece addirittura il tris davanti all’altro austriaco Hermann Maier in una giornata nella quale la gara cominciò al mattino per poi essere annullata per una forte nevicata e ricominciata daccapo nel pomeriggio. Aamodt con quattro ori, due argenti e due bronzi è lo sciatore alpino più medagliato di tutti i tempi alle Olimpiadi. Nel 1994 vinse uno dei più grandi interpreti di questa disciplina, il tedesco Markus Wasmeier, mentre nel 1998 toccò al più grande di tutti, Hermann Maier. La gara era in programma il giorno dopo la terrificante caduta in discesa dell’austriaco ma fu rinviata di un giorno per pioggia e poi di un altro giorno per nebbia. Così Maier, 72 ore dopo quel volo, stravinse e per la sua capacità di reagire a una caduta come quella si guadagnò il soprannome di Herminator. L’Italia non ha vinto medaglie ma nel 1998 Alessandro Fattori giunse quarto, nel 1992 Josef Polig nella sua Olimpiade arrivò quinto e due anni dopo Werner Perathoner eguagliò questo piazzamento.
Sci di fondo, 15 km inseguimento femminile (7,5 classica +7,5 libera)
Ore 22.00
In questo format, con le due tecniche che si disputano non solo nello stesso giorno ma praticamente sono due frazioni della stessa gara, sarà la terza volta che si disputerà questo evento, che alcuni chiamano inseguimento e altri combinata. Nel 2002 le due parti a tecnica classica e a tecnica libera furono lunghe 5 km ciascuna, prima e seconda si classificarono le russe Olga Danilova e Larissa Lazutina le quali però un anno più tardi vennero squalificate per doping. L’oro passò così alla canadese Beckie Scott, alla sua prima vittoria in una manifestazione internazionale, che aveva bruciato nella volata che allora si credeva per il bronzo la ceca Katerina Neumannová. Nel 2006 la Neumannová fu ancora beffata nelle fasi finali, stavolta dall’estone Kristina Smigun che vinse il primo dei suoi ori individuali a Pragelato. Miglior piazzamento azzurro l’ottavo posto nel 2002 di Gabriella Paruzzi.
Skeleton femminile
Ore 00.45 (terza manche) e Ore 01.55 (manche finale)
La versione femminile di questa sorta di slittino a testa in avanti comparve alle Olimpiadi invernali nel 2002, ben 74 anni dopo quella maschile. A Salt Lake City vinse a sorpresa la 21enne profeta in patria Tristan Gale, alla sua prima stagione in Coppa del Mondo, a Cesana Pariol l’oro andò invece all’esperta svizzera campionessa del mondo in carica Maya Pedersen in una gara nella quale l’azzurra Costanza Zanoletti acciuffò uno splendido quinto posto.
Skeleton maschile
Ore 03.20 (terza manche) e Ore 04.50 (manche finale)
In campo maschile lo skeleton entrò in pianta stabile nel programma olimpico dal 2002 ma in precedenza era apparsa ai Giochi invernali due volte a vent’anni di distanza, nel 1928 e nel 1948, e guarda caso entrambe le volte a St. Moritz, la località svizzera dove c’è la pista più famosa del mondo per questo sport, la Cresta Run. Nella prima edizione la gara fu rimandata di un giorno a causa del caldo eccezionalmente estivo, poi si disputarono solo tre delle quattro manche in programma per la stessa ragione. Trionfarono i due fratelli statunitensi Heaton, Jennison, primo, e John, secondo, quest’ultimo vinse l’argento anche vent’anni dopo. Quella del 1948 fu una gara storica per l’Italia che vi conquistò la sua prima medaglia ai Giochi Olimpici invernali e fu addirittura d’oro perché a trionfare fu Nino Bibbia, nato a Bianzone, provincia di Sondrio, ed emigrato a St. Moritz dove faceva il fruttivendolo e dove nelle ore libere scendeva lungo la Cresta Run che conosceva quindi a menadito. Partecipò anche alle gare di bob arrivando ottavo in quella a due e sesto in quella a quattro. Nel 2002 vinse lo statunitense Jim Shea junior, figlio di Jim Shea senior, che aveva partecipato a due gare di fondo e alla combinata nordica del 1964, e nipote di Jack Shea, due ori nel pattinaggio di velocità a Lake Placid 1932 e scomparso a 91 anni in un incidente stradale due settimane prima della rassegna olimpica di Salt Lake City: fin troppo facile la dedica di Jim junior, che aveva anche una foto del nonno in una fodera del casco, dopo la vittoria. Nel 2006 il canadese Duff Gibson a 39 anni divenne il più vecchio vincitore di un oro olimpico invernale individuale e anch’egli dedicò la vittoria a un parente strettissimo, il padre, stroncato da un cancro due mesi prima dei Giochi.
Ore 20.30
La specialità più giovane dello sci alpino entrò in scena alle Olimpiadi di Calgary del 1988. Quella fu la prima gara a cinque cerchi di Alberto Tomba in una specialità che non era la sua e infatti finì fuori alla terza porta. Trionfò Franck Piccard, primo oro olimpico invernale francese dopo 20 anni, mai vincitore prima di allora in Coppa del Mondo. Il mattatore di questa disciplina ai Giochi è stato il norvegese Kjetil André Aamodt. Vinse il primo oro nel 1992 battendo l’austrolussemburghese Marc Girardelli¸ si ripeté incredibilmente a dieci anni di distanza nel 2002 superando di 11 cemtesimi l’austriaco Stephan Eberharter, infine nel 2006 malgrado un ginocchio ballerino fece addirittura il tris davanti all’altro austriaco Hermann Maier in una giornata nella quale la gara cominciò al mattino per poi essere annullata per una forte nevicata e ricominciata daccapo nel pomeriggio. Aamodt con quattro ori, due argenti e due bronzi è lo sciatore alpino più medagliato di tutti i tempi alle Olimpiadi. Nel 1994 vinse uno dei più grandi interpreti di questa disciplina, il tedesco Markus Wasmeier, mentre nel 1998 toccò al più grande di tutti, Hermann Maier. La gara era in programma il giorno dopo la terrificante caduta in discesa dell’austriaco ma fu rinviata di un giorno per pioggia e poi di un altro giorno per nebbia. Così Maier, 72 ore dopo quel volo, stravinse e per la sua capacità di reagire a una caduta come quella si guadagnò il soprannome di Herminator. L’Italia non ha vinto medaglie ma nel 1998 Alessandro Fattori giunse quarto, nel 1992 Josef Polig nella sua Olimpiade arrivò quinto e due anni dopo Werner Perathoner eguagliò questo piazzamento.
Sci di fondo, 15 km inseguimento femminile (7,5 classica +7,5 libera)
Ore 22.00
In questo format, con le due tecniche che si disputano non solo nello stesso giorno ma praticamente sono due frazioni della stessa gara, sarà la terza volta che si disputerà questo evento, che alcuni chiamano inseguimento e altri combinata. Nel 2002 le due parti a tecnica classica e a tecnica libera furono lunghe 5 km ciascuna, prima e seconda si classificarono le russe Olga Danilova e Larissa Lazutina le quali però un anno più tardi vennero squalificate per doping. L’oro passò così alla canadese Beckie Scott, alla sua prima vittoria in una manifestazione internazionale, che aveva bruciato nella volata che allora si credeva per il bronzo la ceca Katerina Neumannová. Nel 2006 la Neumannová fu ancora beffata nelle fasi finali, stavolta dall’estone Kristina Smigun che vinse il primo dei suoi ori individuali a Pragelato. Miglior piazzamento azzurro l’ottavo posto nel 2002 di Gabriella Paruzzi.
Skeleton femminile
Ore 00.45 (terza manche) e Ore 01.55 (manche finale)
La versione femminile di questa sorta di slittino a testa in avanti comparve alle Olimpiadi invernali nel 2002, ben 74 anni dopo quella maschile. A Salt Lake City vinse a sorpresa la 21enne profeta in patria Tristan Gale, alla sua prima stagione in Coppa del Mondo, a Cesana Pariol l’oro andò invece all’esperta svizzera campionessa del mondo in carica Maya Pedersen in una gara nella quale l’azzurra Costanza Zanoletti acciuffò uno splendido quinto posto.
Skeleton maschile
Ore 03.20 (terza manche) e Ore 04.50 (manche finale)
In campo maschile lo skeleton entrò in pianta stabile nel programma olimpico dal 2002 ma in precedenza era apparsa ai Giochi invernali due volte a vent’anni di distanza, nel 1928 e nel 1948, e guarda caso entrambe le volte a St. Moritz, la località svizzera dove c’è la pista più famosa del mondo per questo sport, la Cresta Run. Nella prima edizione la gara fu rimandata di un giorno a causa del caldo eccezionalmente estivo, poi si disputarono solo tre delle quattro manche in programma per la stessa ragione. Trionfarono i due fratelli statunitensi Heaton, Jennison, primo, e John, secondo, quest’ultimo vinse l’argento anche vent’anni dopo. Quella del 1948 fu una gara storica per l’Italia che vi conquistò la sua prima medaglia ai Giochi Olimpici invernali e fu addirittura d’oro perché a trionfare fu Nino Bibbia, nato a Bianzone, provincia di Sondrio, ed emigrato a St. Moritz dove faceva il fruttivendolo e dove nelle ore libere scendeva lungo la Cresta Run che conosceva quindi a menadito. Partecipò anche alle gare di bob arrivando ottavo in quella a due e sesto in quella a quattro. Nel 2002 vinse lo statunitense Jim Shea junior, figlio di Jim Shea senior, che aveva partecipato a due gare di fondo e alla combinata nordica del 1964, e nipote di Jack Shea, due ori nel pattinaggio di velocità a Lake Placid 1932 e scomparso a 91 anni in un incidente stradale due settimane prima della rassegna olimpica di Salt Lake City: fin troppo facile la dedica di Jim junior, che aveva anche una foto del nonno in una fodera del casco, dopo la vittoria. Nel 2006 il canadese Duff Gibson a 39 anni divenne il più vecchio vincitore di un oro olimpico invernale individuale e anch’egli dedicò la vittoria a un parente strettissimo, il padre, stroncato da un cancro due mesi prima dei Giochi.
TESTO a cura di Max Valle
FILMATI forniti da www.archeologiadellosport.com
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