PATTINAGGIO DI FIGURA - La Rostelecom Cup di Mosca, secondo atto del Grand Prix, si è rivelata una tappa dai due volti per la quotata compagine giapponese. Infatti, se da un lato è tornata al successo Miki Ando (nella foto), dall'altro Mao Asada ha detto addio alla fase finale che si terrà a Tokyo ad inizio dicembre.
La vincitrice della passata edizione del Grand Prix non è andata oltre la quinta posizione, vittima della ricerca spasmodica del triplo axel che peraltro nel contesto di Mosca non le sarebbe servito più di tanto per domare la concorrenza. Tra programma corto e lungo, i tre tripli axel vanamente tentati hanno fruttato alla Asada la miseria di un punto ed un decimo, quanto basta per mettere in discussione la strategia di Tatiana Tarasova convinta che la sua allieva sia in grado di realizzare senza problemi la proibitiva combinazione triplo axel-triplo toeloop.
Nel corso della settimana si è mormorato di un possibile cambio di musica del programma corto, poi negli ultimi giorni si è sparsa la voce che la stessa sorte possa accadere al motivo scelto per il programma lungo. L'impressione è che nel team-Asada regni sovrana l'improvvisazione e le idee siano sì tante, ma tutte confuse. In ogni caso, ci sarà tempo e modo per riflettere e lavorare visto che il prossimo appuntamento agonistico di un certo rilievo, il Campionato Nazionale giapponese, è distante un paio di mesi abbondanti. E' chiaro che nell'occasione, come da tradizione decisiva per assegnare il ticket olimpico, sarà fondamentale presentare programmi con solide basi in modo da risollevare il morale di una ragazza di grande talento in profonda crisi tecnica e psicologica.
Alla prima gara senza podio nella carriera di Asada, ha fatto da contro altare il successo di Miki Ando che non si imponeva in una tappa dal lontano autunno del 2006 quando ottenne il successo a Skate America. A dirla tutta, nemmeno l'allieva di Nikolai Morozov ha rubato l'occhio più di tanto collezionando un salto sottoruotato dietro l'altro. Molto bene, invece, sia trottole che sequenze di passi, ormai un punto di forza.
In seconda posizione, si è piazzata la 18enne statunitense Ashley Wagner, al miglior piazzamento in carriera nel Grand Prix. All'allieva di Prishilla Hill, capace nell'occasione di ottenere il proprio primato personale, va dato il merito di aver evitato errori eclatanti seppur i problemi con il lutz, preso sempre dal filo interno, rappresentino un enorme handicap ad alto livello.
Terzo posto per la beniamina di casa Alena Leonova, anche lei alle prese con i problemi sul lutz e comunque lontana dalla condizione atletica evidenziata nelle gare importanti della passata stagione (europei, mondiali junior, mondiali senior), in cui si era fatto conoscere come una macchina da salto.
Per il resto, poco da segnalare se non il fatto che al termine del programma corto la classifica era guidata dall'ungherese Julia Sebestyen, tornata per poche ore ai fasti di un passato ormai lontano. Ci ha poi pensato un programma lungo disastroso a ristabilire le gerarchie degli ultimi anni.
Nella prossima settimana, si gareggerà a Pechino, dove è prevista la prima uscita stagionale della canadese Joannie Rochette che dovrà fronteggiare Carolina Kostner, Fumie Suguri e le giovani statunitensi Rachel Flatt e Mirai Nagasu. In un momento storico in cui il settore femminile sta pagando lo strapotere di Kim Yu Na, ormai in grado di far apparire semplice e scontato anche l'elemento tecnico più difficile, la speranza è che almeno Rochette, a differenza delle altre, non decida di snaturare il suo pattinaggio andando alla ricerca di soluzioni improbabili per colmare il gap tecnico con la coreana.
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