BIATHLON - In un'intervista ad un quotidiano norvegese Ole Einar Bjørndalen ha dichiarato di essere favorevole al sistema di reclutamento degli atleti tramite corpi militari, come avviene in Germania ed in Italia, e non a quello con i club privati come avviene in Norvegia ed in tutta la Scandinavia.
Il 35enne, che conosce molto bene il sistema italiano avendo sposato Nathalie Santer, ha spiegato che il vantaggio più grosso è rappresentato dallo stipendio fisso degli atleti. Infatti, arruolandosi, ricevono una minima sicurezza economica, mentre in Scandinavia devono cercare sia un club che li tesseri sia uno sponsor per finanziare la propria stagione.
La grossa differenza riguarda gli atleti di seconda fascia, che in nazioni come Germania ed Italia hanno comunque di che vivere e possono intraprendere una carriera nel Corpo che li ha arruolati. In Norvegia, invece, gli atleti meno forti spesso sono costretti ad appendere gli sci al chiodo da giovani e si trovano davanti ad un futuro difficile, dovendo iniziare qualche attività professionale da zero. Lo stesso Bjørndalen ha raccontato di come ad inizio carriera il suo reddito annuo era di sole 80.000 corone (poco più di 9.000 euro), situazione comune a tutti i giovani atleti norvegesi.
Oltre a crearsi una situazione molto problematica per i giovani, Bjørndalen ha affermato che con il sistema scandinavo si vanno a perdere potenziali campioni, visto che alcuni atleti hanno bisogno di più tempo per formarsi e mostrare tutto il loro valore. Nel caso non trovino soldi, però, sono costretti a smettere, mentre con uno stipendio fisso possono lavorare ed esplodere in età più avanzata.
Il 35enne, che conosce molto bene il sistema italiano avendo sposato Nathalie Santer, ha spiegato che il vantaggio più grosso è rappresentato dallo stipendio fisso degli atleti. Infatti, arruolandosi, ricevono una minima sicurezza economica, mentre in Scandinavia devono cercare sia un club che li tesseri sia uno sponsor per finanziare la propria stagione.
La grossa differenza riguarda gli atleti di seconda fascia, che in nazioni come Germania ed Italia hanno comunque di che vivere e possono intraprendere una carriera nel Corpo che li ha arruolati. In Norvegia, invece, gli atleti meno forti spesso sono costretti ad appendere gli sci al chiodo da giovani e si trovano davanti ad un futuro difficile, dovendo iniziare qualche attività professionale da zero. Lo stesso Bjørndalen ha raccontato di come ad inizio carriera il suo reddito annuo era di sole 80.000 corone (poco più di 9.000 euro), situazione comune a tutti i giovani atleti norvegesi.
Oltre a crearsi una situazione molto problematica per i giovani, Bjørndalen ha affermato che con il sistema scandinavo si vanno a perdere potenziali campioni, visto che alcuni atleti hanno bisogno di più tempo per formarsi e mostrare tutto il loro valore. Nel caso non trovino soldi, però, sono costretti a smettere, mentre con uno stipendio fisso possono lavorare ed esplodere in età più avanzata.
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