FREESTYLE - Come non arrendersi al tempo che passa e alle traversie subite durante una lunga carriera agonistica. E' quello che ha fatto Katharina Gutensohn, mamma austriaca ed ex grande discesista dello sci alpino, 44 anni il 22 marzo prossimo, che è stata convocata per le Olimpiadi di Vancouver nello ski cross, specialità del freestyle che fa il suo esordio quest'anno ai Giochi invernali. La storia della Gutensohn è bella e travagliata e merita di essere raccontata.
Nata e cresciuta a Kirchberg, località tirolese a pochi chilometri da Kitzbühel, Katrin, come si fa chiamare nei primi anni della sua carriera, è una grande promessa dello sci alpino e il suo debutto in Coppa del Mondo è col botto: a soli 16 anni è settima nella combinata di Piancavallo il 17 dicembre 1982. Ai successivi mondiali juniores è argento in combinata e bronzo in discesa.
La ragazza cresce lentamente e costantemente e all'inizio della stagione 1984-85 è terza nella discesa di Santa Caterina Valfurva. Due mesi dopo, ai Mondiali di Bormio, è medaglia d'argento sulla stessa pista, preceduta soltanto dalla ticinese Michela Figini, e verso la fine della stagione arriva finalmente il primo successo nella discesa di Vail. Nell'inverno successivo le vittorie sono addirittura tre che le danno il secondo posto nella classifica di Coppa del Mondo di discesa dietro alla svizzera Maria Walliser.
Il futuro sembra suo ma a metà della stagione 1986-87 subisce il primo grave infortunio al ginocchio che la tiene ferma un anno e fa svanire le sue speranze di andare alle Olimpiadi di Calgary. Katharina fa fatica a tornare a grandi livelli e non viene convocata per i Mondiali di Vail del 1989. Non la prende bene e va a gareggiare per la Germania, di cui del resto ha la cittadinanza per matrimonio. La stagione 1989-90 è la sua più felice: due vittorie le fruttano la Coppa del Mondo di discesa. Altre due vittorie nell'inverno successivo portano il totale dei suoi successi in Coppa del Mondo a otto, tutti in discesa.
Ai Mondiali di Saalbach 1991 è ottava in discesa poi nel superG cade rompendosi di nuovo i legamenti del ginocchio. Stavolta riesce a riprendersi in tempo per andare alla sua prima Olimpiade, quella di Albertville 1992, dove è sesta in discesa. A Cortina nel 1993 l'ennesimo grave infortunio al ginocchio, ma Katharina non si arrende. Gareggia ancora cinque anni nel Circo Rosa con alterni risultati. Alle Olimpiadi di Lillehammer 1994 è sesta in superG, ai Mondiali di Sierra Nevada 1996 è settima nella stessa specialità, a quelli del Sestriere dell'anno successivo è quinta ancora in superG.
Il suo diciottesimo podio in Coppa arriva a Lake Louise nel 1997 con una piazza d'onore in discesa, Katharina chiude poi la sua carriera nello sci alpino con un nono posto in discesa alle Olimpiadi di Nagano 1998. Nei due anni successivi partecipa alla Coppa del Mondo di carving, poi si dedica al mestiere di mamma (ha tre figli, Luca, Lola e Lino) e a quello di giornalista sportiva e commentatrice televisiva delle gare di sci alpino femminile per la tv austriaca ORF.
Infine, a metà degli anni 2000, scopre lo ski cross. Nel 2005 entra a far parte della nazionale del suo paese natale e vince subito in Coppa del Mondo a Grindelwald. Nel 2009, dopo due secondi e un terzo posto nell'arco di due stagioni, un'altra vittoria a Meiringen. Infine, il 20 gennaio scorso, il quarto posto a Blue Mountain, in Canada, che le regala la qualificazione per Vancouver, la sua quarta Olimpiade a 12 anni di distanza dall'ultima e a 18 dalla prima. Una medaglia olimpica, trofeo che non è mai riuscita a conquistare, per mamma Katharina può non essere un miraggio.
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