mercoledì 17 febbraio 2010

Vancouver 5^ giornata: storia delle gare da podio

Sci alpino, discesa femminile
Ore 20.00
Il primo titolo della quinta giornata dei Giochi di Vancouver è quello della discesa femminile, una delle gare più classiche, entrata nel programma a St. Moritz e che si disputerà quindi per la diciassettesima volta. Germania, divisa o unita, e Austria l’hanno vita per cinque volte, la Svizzera quattro. Fece sensazione il trionfo a Sapporo 1972 della 17enne svizzera Marie-Thérèse Nadig su colei che già allora era la regina di questa disciplina, Annemarie Pröll, la quale a Lake Placid 1980, ormai sposata Moser, si prese la rivincita e il tanto agognato oro olimpico dopo aver saltato i Giochi di casa a Innsbruck nel 1976 per un temporaneo ritiro. Nel 1984 a 17 e 315 giorni, 19 in meno della Nadig, la ticinese Michela Figini, battendo per 5 centesimi la connazionale e rivale di tutta una carriera Maria Walliser, è diventata la più giovane vincitrice di un oro olimpico nello sci alpino. Nel 1992 tra la prima e la quinta ci furono soltanto 18 centesimi di secondo, vinse la canadese Kerrin lee-Gartner, mai un successo né prima né dopo in Coppa del Mondo. Nel 1994 e nel 1998 l’immensa tedesca Katja Seizinger fu l’unica a vincere due volte questa gara e la prima donna a primeggiare nello stesso evento nello sci alpino alle Olimpiadi. Nel 2006 l’austriaca Michaela Dorfmeister, come la connazionale Pröll, acciuffò l’unico trofeo che le mancava nella stagione dell’addio. Tre le medaglie azzurre: nel 1952 il bronzo di Giuliana Minuzzo e poi Isolde Kostner, bronzo nel 1994 che confermava quello a sorpresa nel superG, e argento nel 2002, battuta soltanto da un’altra vincitrice a sorpresa, la francese Carole Montillet, mai prima in questa specialità in Coppa prima di allora come la Nadig nel’72 e la Lee-Gartner nel ’92, e come le tedesche Rosi Mittermaier nel 1976 e Marina Kiehl nel 1988, che al termine della stagione del loro trionfo olimpico si ritirarono.

Sci di fondo, sprint tecnica classica individuale femminile
A partire dalle 21.30
La gara-lampo del fondo, la sprint, sia per gli uomini che per le donne fa parte del programma olimpico invernale dal 2002. Due i titoli assegnati quindi per le donne, entrambi a tecnica libera, esattamente come per gli uomini, quest’anno ci sarà il debutto della tecnica classica. Nel 2002 fu una mezza sorpresa la vittoria della russa Julija Chepalova, vincitrice una volta l’anno prima in Coppa del Mondo ma mai sul podio in quella stagione. Ben più sorprendente fu il successo nel 2006 della canadese Chandra Crawford, che prima di allora vantava solamente un terzo posto in Coppa a Davos 18 giorni prima della gara olimpica. Il miglior risultato azzurro è il settimo posto a Pragelato quattro anni fa di Arianna Follis, che nel frattempo è cresciuta moltissimo di livello ma che purtroppo quest’anno non avrà a disposizione la sua tecnica per piazzare la botta vincente.

Sci di fondo, sprint tecnica classica individuale maschile
A partire dalle ore 21.55
Nel 2002 trionfò il norvegese Tor Arne Hetland, il più grande interprete di questa gara a tecnica libera, nel 2006 fu la volta dello svedese Björn Lind che bissò così il successo nella sprint a squadre a tecnica classica ottenuto in coppia con Thobias Fredriksson. L’Italia: Cristian Zorzi è stato bronzo nel 2002 e ha nuovamente sfiorato il podio nel 2006, quarto, mentre Freddy Schwienbacher è stato due volte quinto.

Pattinaggio di velocità, 1000 metri maschili
A partire dalle ore 01.00
La distanza del chilometro è stata l’ultima tra le gare individuali a essere introdotta ai Giochi Olimpici invernali, e precisamente nel 1976 a Innsbruck. Nove gli ori assegnati, ben quattro sono andati agli Stati Uniti, l’ultimo, nel 2006, ha fatto epoca perché Shani Davis è stato il primo uomo di colore a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi bianche. Commovente la vittoria nel 1994 dello statunitense Dan Jansen, alla sua quarta Olimpiade, vincitori di miriadi di gare in Coppa del Mondo ma mai sul podio olimpico prima di allora, in particolare nel 1988 era il superfavorito nei 500 e nei 1000 ma la notizia della morte della sorella per leucemia prima della gara più corta ebbe l’effetto di farlo cadere in entrambe le gare. Dalla sua storia fu anche tratto un film per la tv. L’Italia ha ottenuto due quattordicesimi posti, nel 1976 con Bruno Toniolli e nel 1998 con Davide Carta.

Slittino, doppio maschile
Ore 02.00 e ore 03.30
Il doppio dello slittino è nel programma a cinque cerchi fin dalla prima apparizione di questo sport nel 1964 ed è sempre stato assegnato solo in campo maschile. Anche qui, come nello slittino femminile, stradomina la Germania, unita o divisa: nove ori in dodici edizioni. Due le coppie tedesche che hanno fatto doppietta: Hans Rinn e Norbert Hahn, dell’allora Germania Est, nel 1976 e nel 1980 e Stefan Krausse e Jan Nehrendt nel 1992 e 1998, dunque non consecutivamente. Uno di questi nove ori i tedeschi hanno dovuto dividerlo con l’Italia: nel 1972 la prima manche venne annullata a causa del malfunzionamento del cronometraggio in partenza malgrado le proteste italiane, quindi le due manche buone videro i tedeschi orientali Horst Hörnlein e Reinhard Bredow e gli azzurri Paul Hildgartner e Walter Plaikner terminare con lo stesso tempo al centesimo, pertanto la giuria decretò vincitori entrambi gli equipaggi. Nel 1994 trionfarono gli altoatesini Kurt Brugger e Wilfried Huber, a quest’ultimo non è bastato un secondo posto nell’ultima stagione di Coppa del Mondo per essere convocato a Vancouver: per lui è sfumata la settima partecipazione ai Giochi Olimpici invernali, con altri dodici atleti si è fermato a sei, sarebbe stato un record. L’Italia in questa gara ha poi vinto altre cinque medaglie: nel 1964 il bronzo con Walter Aussendorfer e Siegfried Mair, nel 1980 l’argento con Peter Gschnitzer e Karl Brunner, nel 1992 il bronzo e nel 1994 l’argento con Hansjörg Raffl e Norbert Huber, fratello di Wilfried, e nel 2006 il bronzo con Gerhard Plankensteiner e Oswald Haselrieder.

Short track, 500 metri femminili
A partire dalle ore 2.00, Finale alle ore 04.00
Si assegna il primo oro in campo femminile nel pattinaggio di velocità su pista corta. Il personaggio più notevole ad aver vinto questa gara è senza dubbio la statunitense Cathy Turner. Nel 1980 a 18 anni lasciò il pattinaggio di velocità per diventare una cantante sotto lo pseudonimo di Nikki Newland, finì in clinica per depressione, riprese a gareggiare nel 1988 e nel 1992 ad Albertville vinse la gara del debutto nel programma olimpico dei 500 metri donne. Lasciò di nuovo le gare per entrare in uno spettacolo di pattinaggio di figura itinerante ma vi tornò un’altra volta e nel 1994 a Lillehammer fece il bis di due anni prima, unica finora a riuscirci, malgrado le proteste del clan cinese e di Zhang Yangmei che ritenne di essere stata danneggiata dalla Turner nelle ultimissime fasi. La Cina si è comunque rifatta vincendo le edizioni del 2002 e del 2006. Per l’Italia due quinti posti con Mara Urbani nel 1998 e con Marta Capurso nel 2006.

Snowboard, halfpipe maschile
A partire dalle 22.05, Finale alle ore 04.15
La giornata si chiude con il titolo maschile del “mezzo tubo”. La prima gara olimpica si svolse nel 1998 e vide il successo dello svizzero Gian Simmen: Poi, nel 2002 e nel 2006, è stato dominio Stati Uniti. A Salt Lake City fecero tripletta sul podio, cosa che ai Giochi invernali non accadeva loro dal 1956, a Torino 2006 fu il finlandese Markku Koski, terzo, a negare loro la gioia del secondo en-plein consecutivo. Il campione olimpico del 2002 fu Ross Powers, bronzo a Nagano quattro anni prima, quello del 2006 Shaun White, detto “pomodoro volante” per la sua capigliatura rossa, uno che è una vera e propria leggenda tra gli appassionati di questo sport. Per gli azzurri il miglior risultato lo ha ottenuto nel 2002 Giacomo Kratter, addirittura quarto e quindi primo del resto del mondo non comprendente gli Stati Uniti.


TESTO a cura di Max Valle
FILMATI
forniti da www.archeologiadellosport.com






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