BIATHLON - A prima vista può sembrare un premio poco edificante, o una presa in giro. In realtà la "Goldene Henne", appunto "Gallina d'oro", è qualcosa di simile al nostro "Telegatto". Si tratta di una gallina in bronzo laccato in oro di 3,5 kg, ed è un premio assegnato dalla rivista "SuperIllu" e trasmesso dalle ex reti televisive della Germania Est.
La 33enne è stata eletta sportiva tedesca dell'anno dai lettori della rivista ed ha sconfitto la concorrenza di Maria Riesch; della squadra di hockey su ghiaccio Eisbären Berlin campione di Germania; di Felix Magath, l'allenatore che ha portato il Wolfsburg allo storico successo nella Bundesliga; del pugile Arthur Abraham; del ginnasta Fabian Hambüchen; della saltatrice in alto Ariane Friedrich; e del portiere della nazionale tedesca di calcio Renè Adler.
Kati Wilhelm è la seconda biathleta a vincere questo riconoscimento, dopo Frank Luck nel 2004. In passato premiati tanti protagonisti degli sport invernali: dal salto Jens Weissflog (1996) e Sven Hannawald (2002), dal pattinaggio di velocità Gunda Niemann-Stirnemann (1998) e Claudia Pechstein (2006) e dal pattinaggio di figura Katarina Witt (2003) e la coppia Aljona Savchenko e Robin Szolkowy (2008).
La 33enne è stata eletta sportiva tedesca dell'anno dai lettori della rivista ed ha sconfitto la concorrenza di Maria Riesch; della squadra di hockey su ghiaccio Eisbären Berlin campione di Germania; di Felix Magath, l'allenatore che ha portato il Wolfsburg allo storico successo nella Bundesliga; del pugile Arthur Abraham; del ginnasta Fabian Hambüchen; della saltatrice in alto Ariane Friedrich; e del portiere della nazionale tedesca di calcio Renè Adler.
Kati Wilhelm è la seconda biathleta a vincere questo riconoscimento, dopo Frank Luck nel 2004. In passato premiati tanti protagonisti degli sport invernali: dal salto Jens Weissflog (1996) e Sven Hannawald (2002), dal pattinaggio di velocità Gunda Niemann-Stirnemann (1998) e Claudia Pechstein (2006) e dal pattinaggio di figura Katarina Witt (2003) e la coppia Aljona Savchenko e Robin Szolkowy (2008).
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