SHORT TRACK - In tanti si staranno domandando che fine abbia fatto Ahn Hyun Soo, uno dei protagonisti principali delle Olimpiadi di Torino 2006. Il coreano, sul difficile ghiaccio del Palavela, fu capace di conquistare ben 4 medaglie di cui tre del metallo più pregiato risultando, a conti fatti, l'alteta più vincente dell'ultima edizione dei Giochi Olimpici.
Poche settimane dopo i fasti a cinque cerchi, Ahn si impose anche nella classifica generale dei Campionati Mondiali di Minneapolis, rimasti nella storia più per la frattura creatasi all'interno della squadra coreana maschile che per le gare in sè. Il tre-volte campione olimpico accusò, infatti, lo staff tecnico ed i compagni di squadra di aver elaborato una strategia per impedirgli di conquistare il quarto titolo mondiale consecutivo. Da quel momento, complice anche un violento alterco tra suo padre ed il responsabile tecnico della squadra maschile, Ahn iniziò ad allenarsi con il gruppo femminile e la sua rivalità con il connazionale Lee Ho Suk divenne ogni giorno più accesa.
Nel 2007, gli appassionati italiani hanno potuto ammirare il fuoriclasse coreano nel corso dei Campionati Mondiali ospitati dall'Agorà di Milano. I presenti sono stati partecipi dell'ennesima impresa dell'atleta di short-track più vincente di sempre che, malgrado il clima di tensione nella squadra coreana, ottenne il quinto titolo mondiale overall conscutivo stabilendo un nuovo record nella disciplina.
A stagione conclusa, per porre fine alle diatribe interne e per arginare le rivalità insanate, la federazione coreana decise di riunire in un unico gruppo la squadra maschile e quella femminile evitando anche il ventilato ritiro dell'atleta più rappresentativo del gruppo, ormai sull'orlo di una crisi di nervi.
Purtroppo, Ahn non ha avuto la possibilità di difendere sul ghiaccio amico di Gangneung il suo titolo mondiale in quanto nel gennaio del 2008, nel corso di una sessione di allenamento presso il centro federale di Taeneung, ha subito un grave infortunio al ginocchio che lo ha tenuto lontano dal ghiaccio per diversi mesi obbligandolo tra le altre cose a saltare la stagione seguente.
Dopo aver ricominciato ad allenarsi a pieno regime, ma privo dell'abitudine al clima di gara, Ahn è tornato a gareggiare nella passata estate presentandosi con fiducia ai trials coreani che dovevano assegnare i posti per le imminenti tappe asiatiche di Coppa del Mondo. Malgrado, la volontà di essere presente a tutti i costi a Vancouver, Ahn non è andato oltre la settima posizione nella classifica overall perdendo ogni possibilità di qualificarsi per la sua terza Olimpiade.
Colui che nel 2002, da 16enne campione mondiale juniores in carica, si presentò senza timori reverenziali ai Giochi Olimpici di Salt Lake City generando nella finale dei 500 metri il capitombolo di gruppo che regalò un clamoroso successo all'australiano Steven Bradbury, ha però deciso di non darsi per vinto ed ha già annunciato che tenterà di guadagnare un posto per la rassegna di Sochi del 2014.
Considerando il livello di competitività all'interno del movimento coreano, la conquista di un posto per i Giochi Olimpici del 2014 potrebbe rappresentare l'impresa più grande di una carriera già straodinaria.
A Vancouver, con tutta probabilità, Ahn Hyun Soo sarebbe stato il portabandiera coreano, in quanto in patria, ma non solo, è considerato un'indiscussa icona sportiva. Verosimilmente, dovrebbe essere sostituito da Kim Yu Na, figura che ha preso il suo posto nel cuore dei tifosi coreani e donna da battere nella gara femminile di pattinaggio artistico.
Resta il fatto che, tra i protagonisti delle discipline invernali in attività, gli atleti degni di sedere al tavolo di Ahn si contano sulle dita di una mano o poco più. Ole Einar Bjørndalen (biathlon), Armin Zöggeler (slittino), Sandra Kiriasis (bob), Anja Paerson (sci alpino), Andre Lange (bob) ed Evgeni Plushenko (pattinaggio di figura) sono i soli a poter vantare una bacheca ricca quanto quella del coreano.
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