ALPINISMO – Danny Boyle, regista che ha bucato il grande schermo con Trainspotting e ricevuto quest’anno l’Oscar (miglior film e miglior regia) per The Millionaire, ha scelto per il suo prossimo film una delle storie più agoscianti di montagna degli utlimi anni. Il regista inglese, che sarebbe stato contattato per gigrare il prossimo capitolo della saga di James Bond, nel 2010 comincerà le riprese di “127 Hours”.
Il titolo si riferisce alle ore trascorse da Aron Ralston, durante un’arrampicata nel Canyonlands National Park dello Utah, bloccato da un masso che gli schiaccia la mano destra nel fondo di una gola. Una prigione verticale dalla quale l’ingegnere statunitense si è liberato decidendo di autoamputarsi l’arto per riuscire a sopravvivere.
Ralston, come racconta nel libro “Between a Rock and a Hard Place”, dopo aver bevuto la propria urina per sopravvivere, si rompe le ossa del braccio e con un coltello recide il tessuto e si taglia i tendini. Prima di trovare soccorso deve calarsi in corda doppia per 20 metri e percorrere 10 chilometri a piedi.
La storia dell’alpinista di 34 anni è sicuramente una delle più drammatiche insieme a quelle raccontate da John Krakauer nel libro “Into Thin Air” (Aria Sottile), dedicato a una spedizione sull’Everest del 1996 in cui morirono 8 persone, e da Joe Simpson in “Touching the void” (La morte sospesa), uscito vivo da un crepaccio andino dopo che il compagno aveva tagliato la corda considerandolo spacciato.
lunedì 9 novembre 2009
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The Millionaire e la “dimensione India” tra Moravia e Pasolini: http://www.camminandoscalzi.it/wordpress/the-millionaire-india-moravia-pasolini.html
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