martedì 20 ottobre 2009

Le proposte antidoping britanniche in vista di Londra 2012 preoccupano gli atleti d'oltremanica

OLIMPIADI - La scorsa settimana Jacques Rogge ha proposto che in futuro i Giochi olimpici vengano assegnati solo a nazioni che abbiano una normativa antidoping efficace, in particolare che permetta alle forze dell'ordine di perquisire, se necessario, le camere e gli effetti personali degli atleti sospettati di mettere in atto pratiche dopanti.

Sotto questo punto di vista è interessante notare come una legge del genere non esista in Gran Bretagna, e quindi azioni di polizia come quella effettuata durante i Giochi di Torino 2006 contro le squadre austriache di biathlon e fondo non sarebbero possibili a Londra 2012.

Per evitare una caduta di stile e soprattutto rendere possibile un'efficace lotta al doping anche durante i Giochi della XXX olimpiade, nel Regno Unito stanno nascendo diverse iniziative per adeguare la legislatura locale. Il presidente del Comitato olimpico d'oltremanica ha annunciato che presto una proposta di legge verrà presentata in parlamento. Se questa non dovesse venire approvata il Ministro dello sport Gerry Sutcliffe ha suggerito che tutti gli atleti olimpici firmino un contratto che permetta alla polizia di poter perquisire le camere anche senza l'esistenza di una legge specifica. Sostanzialmente si andrebbe ad adeguare la legislazione britannica a quella che è già in vigore in nazioni come Italia, Francia e Germania.

Tuttavia fa specie notare come il presidente della commissione degli atleti britannici, Pete Gardner, si dica "sorpreso e molto preoccupato per queste iniziative, che arrivano come fulmini a ciel sereno".

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