Nel primo periodo sono le ragazze americane a rendersi più pericolose, impegnando diverse volte Shannon Szabados che si fa trovare sempre reattiva in porta. Poco dopo aver resistito a una doppia inferiorità numerica, il Canada trova il gol del vantaggio con un gran tiro al volo di Marie-Philip Poulin che si infila nell'angolo.
Poco meno di tre minuti dopo il portiere statunitense Jessie Vetter deve inchinarsi ancora alla Poulin che scarica in porta un disco vinto da un ingaggio in zona offensiva.
Nel periodo centrale le statunitensi partono a mille, mantenendo la pressione in attacco, ma la solidità difensiva delle ragazze di casa è impressionante, soprattutto nel penalty killing, e la Szabados continua a rivelarsi baluardo insormontabile.
Restano solo venti minuti agli Usa per provare a rimettersi in partita ma vanno via quasi nell’impotenza. Non c’è niente da fare, il Canada blinda il vantaggio e col passare dei minuti le statunitensi iniziano a non crederci più.
Il frastuono del Canada Hockey Place, quando inizia l’ultimo giro di lancette, è altissimo e alla sirena finale può partire la festa sul ghiaccio. Per la nazionale della Foglia d’acero è il terzo titolo consecutivo nell’hockey femminile alle olimpiadi, dopo i trionfi di Salt Lake City e Torino.
Mark Johnson, protagonista sul ghiaccio del "Miracle on ice" a Lake Placid 1980, non è riuscito da allenatore delle americane a ripetere il prodigio. Il Canada è stato più concreto e più bravo nei momenti cruciali di una partita equilibrata e ha meritato il successo davanti al suo pubblico che spera di completare l'opera domenica, giorno della finale maschile.
di Pasquale Teoli
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