FONDO - Le staffette di Vancouver verranno ricordate per aver interrotto le lunghe serie negative di due grandi potenze dello sci di fondo. Infatti ieri la squadra maschile svedese era tornata a vincere in ambito olimpico per la prima volta dopo Calgary '88 e soprattutto aveva primeggiato in un grande evento dopo 21 anni di attesa. Oggi, invece, le norvegesi hanno conquistato la medaglia d'oro a Cinque cerchi per la prima volta dopo Sarajevo '84.
La gara inizia con l'azzurra Arianna Follis spesso in testa a tenere il ritmo insieme alla francese Cuinet. La prima selezione si fa però nel terzo giro con l'attacco della norvegese Skofterud e della svedese Olsson. Vittime eccellenti sono la finlandese Muranen e la russa Savialova. Al primo cambio Norvegia e Svezia sono in testa con la Germania leggermente più staccata e l'Italia a 10". La Russia, campionessa olimpica in carica, paga già 28" mentre la Finlandia ha un macigno di 45" sulle spalle.
All'inizio della seconda frazione Italia e Germania si riportano sulla coppia di testa. Si forma così un quartetto che ha però vita breve poichè la Svezia paga oltremodo l'assenza dell'influenzata Anna Haag, infatti la sostituta Magdalena Pajala non si rivela in grado di reggere il ritmo della norvegese Johaug e dell'azzurra Longa. Nel frattempo da dietro rinviene fortissima la polacca Justyna Kowalczyk la quale riesce addirittura a riportarsi sul trio al comando andando poi a fare il ritmo. L'azione della 27enne sfianca la tedesca Sachenbacher prima e Johaug poi. Resiste invece l'Italia che grazie alla locomotiva di Limanowa guadagna terreno sulle inseguitrici. La Polonia ottiene un'effimera leadership a metà gara con le azzurre a 2", la Norvegia a 11" e la Germania a 28". La finlandese Kuitunen ha recuperato meno del previsto chiudendo con 42" di distacco mentre la Svezia accusa ben 57" di ritardo. La Russia, invece, è ormai fuori gara.
All'inizio della terza frazione Silvia Rupil viene presto ripresa dalla norvegese Kristin Steira. Le due si mettono a fare gara di coppia al comando mentre la Polonia, ormai non più un fattore essendo priva di atlete di alto livello, perde inesorabilmente terreno. All'inseguimento del duo di testa si lancia la Germania con la biathleta prestata al fondo Miriam Gössner che mantiene a distanza il ritmo della Steira. Ancora più indietro la svedese Charlotte Kalla sta dando spettacolo recuperando pesantemente su tutte le atlete che la precedono. La 23enne raccoglie prima la Finlandia e poi si riporta sulla Gössner la quale nel finale di frazione si produce in un lungo sprint mettendo alle corde sia la svedese che la finlandese Roponen. Al cambio Norvegia e Italia sono appaiate con il terzatto formato da Germania, Svezia e Finlandia staccato di 17".
In quarta frazione Sabina Valbusa si stacca dalla scatenata Marit Bjørgen. Nessuno vedrà più la norvegese fino al traguardo. La 38enne azzurra cerca di resistere al ritorno del trio di inseguitrici trainato dalla finlandese Saarinen. A circa 2 km dal termine, però, l'atleta di Bosco Chiesanuova viene ripresa proprio mentre la svedese Ingemarstdotter alza bandiera bianca. L'Italia resiste per un breve periodo insieme a Germania e Finlandia, ma quando la tedesca Claudia Nystad attacca, le speranze di medaglia si sciolgono come neve al sole. La Bjørgen, prima atleta a conquistare tre ori in questa edizione olimpica, chiude in parata con 24" di vantaggio sulla Germania, argento, e 30" sulla Finlandia, bronzo. L'Italia chiude al quarto posto staccata di 45".
La prova delle italiane non può essere considerata negativa nel suo complesso considerato il materiale umano a disposizione. Si pone tuttavia l'interrogativo sul perchè ci si debba affidare a un'atleta più vicina ai 40 anni che ai 35 e sul perchè la squadra olimpica italiana, Rupil (giovane ma non giovanissima) a parte, sia composta da atlete oltre i 30 anni. Come in campo maschile è necessario instaurare ciò che è mancato in questo quadriennio, ovvero un progetto che guardi al futuro.
Per quanto riguarda la Norvegia va rimarcato come in campo femminile la medaglia d'oro nei grandi eventi sia merce rara. Infatti si tratta solamente del terzo oro olimpico dopo quelli di Grenoble '68 e Sarajevo '84, mentre a livello di campionati del mondo sono arrivati solo due successi: a Holmenkollen '82 e Oberstdorf 2005. La prossima gara di fondo è in programma sabato, con la 30 km mass start a tecnica classica dove Marianna Longa ha qualche piccola chance di medaglia. Le favorite sono Kowalczyk e Bjørgen; Saarinen a fare da terza incomoda.
La gara inizia con l'azzurra Arianna Follis spesso in testa a tenere il ritmo insieme alla francese Cuinet. La prima selezione si fa però nel terzo giro con l'attacco della norvegese Skofterud e della svedese Olsson. Vittime eccellenti sono la finlandese Muranen e la russa Savialova. Al primo cambio Norvegia e Svezia sono in testa con la Germania leggermente più staccata e l'Italia a 10". La Russia, campionessa olimpica in carica, paga già 28" mentre la Finlandia ha un macigno di 45" sulle spalle.
All'inizio della seconda frazione Italia e Germania si riportano sulla coppia di testa. Si forma così un quartetto che ha però vita breve poichè la Svezia paga oltremodo l'assenza dell'influenzata Anna Haag, infatti la sostituta Magdalena Pajala non si rivela in grado di reggere il ritmo della norvegese Johaug e dell'azzurra Longa. Nel frattempo da dietro rinviene fortissima la polacca Justyna Kowalczyk la quale riesce addirittura a riportarsi sul trio al comando andando poi a fare il ritmo. L'azione della 27enne sfianca la tedesca Sachenbacher prima e Johaug poi. Resiste invece l'Italia che grazie alla locomotiva di Limanowa guadagna terreno sulle inseguitrici. La Polonia ottiene un'effimera leadership a metà gara con le azzurre a 2", la Norvegia a 11" e la Germania a 28". La finlandese Kuitunen ha recuperato meno del previsto chiudendo con 42" di distacco mentre la Svezia accusa ben 57" di ritardo. La Russia, invece, è ormai fuori gara.
All'inizio della terza frazione Silvia Rupil viene presto ripresa dalla norvegese Kristin Steira. Le due si mettono a fare gara di coppia al comando mentre la Polonia, ormai non più un fattore essendo priva di atlete di alto livello, perde inesorabilmente terreno. All'inseguimento del duo di testa si lancia la Germania con la biathleta prestata al fondo Miriam Gössner che mantiene a distanza il ritmo della Steira. Ancora più indietro la svedese Charlotte Kalla sta dando spettacolo recuperando pesantemente su tutte le atlete che la precedono. La 23enne raccoglie prima la Finlandia e poi si riporta sulla Gössner la quale nel finale di frazione si produce in un lungo sprint mettendo alle corde sia la svedese che la finlandese Roponen. Al cambio Norvegia e Italia sono appaiate con il terzatto formato da Germania, Svezia e Finlandia staccato di 17".
In quarta frazione Sabina Valbusa si stacca dalla scatenata Marit Bjørgen. Nessuno vedrà più la norvegese fino al traguardo. La 38enne azzurra cerca di resistere al ritorno del trio di inseguitrici trainato dalla finlandese Saarinen. A circa 2 km dal termine, però, l'atleta di Bosco Chiesanuova viene ripresa proprio mentre la svedese Ingemarstdotter alza bandiera bianca. L'Italia resiste per un breve periodo insieme a Germania e Finlandia, ma quando la tedesca Claudia Nystad attacca, le speranze di medaglia si sciolgono come neve al sole. La Bjørgen, prima atleta a conquistare tre ori in questa edizione olimpica, chiude in parata con 24" di vantaggio sulla Germania, argento, e 30" sulla Finlandia, bronzo. L'Italia chiude al quarto posto staccata di 45".
La prova delle italiane non può essere considerata negativa nel suo complesso considerato il materiale umano a disposizione. Si pone tuttavia l'interrogativo sul perchè ci si debba affidare a un'atleta più vicina ai 40 anni che ai 35 e sul perchè la squadra olimpica italiana, Rupil (giovane ma non giovanissima) a parte, sia composta da atlete oltre i 30 anni. Come in campo maschile è necessario instaurare ciò che è mancato in questo quadriennio, ovvero un progetto che guardi al futuro.
Per quanto riguarda la Norvegia va rimarcato come in campo femminile la medaglia d'oro nei grandi eventi sia merce rara. Infatti si tratta solamente del terzo oro olimpico dopo quelli di Grenoble '68 e Sarajevo '84, mentre a livello di campionati del mondo sono arrivati solo due successi: a Holmenkollen '82 e Oberstdorf 2005. La prossima gara di fondo è in programma sabato, con la 30 km mass start a tecnica classica dove Marianna Longa ha qualche piccola chance di medaglia. Le favorite sono Kowalczyk e Bjørgen; Saarinen a fare da terza incomoda.
di Francesco Paone
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