mercoledì 24 febbraio 2010

Vancouver: la storia delle gare della 11^ giornata

Sci di fondo, staffetta 4x10 km maschile
Ore 20.15
Solo cinque nazioni hanno vinto questa che è la gara a squadre per eccellenza degli sport della neve ed è l’unica che assegna un titolo in campo maschile il 24 febbraio. Finlandia, Norvegia e Svezia ci sono riusciti quattro volte, l’Unione Sovietica tre e l’Italia, unico paese non nordico, due. Dal 1936, anno del suo esordio, al 1984 si è svolta in tecnica classica, nel 1988 interamente a tecnica libera, infine dal 1992 a oggi le prime due frazioni si disputano a tecnica classica e le altre due a tecnica libera. Ed è proprio ad Albertville 1992 che è cominciato, sia pure a distanza, il duello per l’oro tra Norvegia e Italia che si è protratto fino a Salt Lake City 2002. 18 anni fa i norvegesi precedettero nettamente gli azzurri, invece a Lillehammer 1994, a casa loro, i nostri tennero le loro ruote fino ad arrivare la volata finale nella quale Silvio Fauner bruciò sua maestà Björn Dæhlie facendo ammutolire le decine di migliaia di appassionati sul percorso. A Nagano e gli scandinavi schierarono in ultima frazione non più Dæhlie bensì Thomas Alsgaard che beffò sulla linea del traguardo Fauner prendendosi una clamorosa rivincita e lo stesso fece a Salt Lake City contro Cristian Zorzi mettendo a segno una doppietta consecutiva che era riuscita solo alla Svezia nel 1984 e nel 1988. Nel 2006, diversamente da quanto era accaduto dodici anni prima, la nazionale di casa, quella azzurra, trionfò grazie a Pietro Piller Cottrer che verso la fine della terza frazione staccò leggermente gli avversari, e poi a un Zorzi che anziché rifiatare e aspettare gli altri per poi beffarli in volata si superò aumentando il vantaggio e precedendo alla fine di poco più di 15 secondi Germania e Svezia mentre la Norvegia si dovette accontentare del quinto posto.

Pattinaggio di velocità, 5.000 metri femminili
Dalle ore 22.00
L’introduzione di questa distanza, la più lunga a livello femminile, nel programma olimpico risale al 1988, quando vinse l’olandese Yvonne van Gennip, operata al piede solo due mesi prima per un’infezione, che in questa gara completò un favoloso tris d’oro dopo quelli dei 1500 e dei 3000. Quattro anni dopo iniziò il dominio della Germania, prima con Gunda Niemann e poi, dal 1994 al 2002, con Claudia Pechstein, la quale a Lillehammer e a Nagano beffò proprio la Niemann e poi a Salt Lake City divenne la terza donna delle Olimpiadi invernali a vincere per tre volte di fila lo stesso evento dopo Sonja Henie e Irina Rodnina. Nel 2006 Claudia, attualmente squalificata per doping, mancò il clamoroso poker, che tuttora ai Giochi della neve non è riuscito a nessuno, per 1”01, battuta dalla canadese Clara Hughes. Per l’Italia il miglior piazzamento è il quarto posto di Elena Belci nel 1994 a soli 65 centesimi dal podio.

Sci alpino, gigante femminile
Ore 19.00 (Prima manche) - Ore 22.15 (Seconda manche)
Anche per le donne la gara tra i pali larghi debuttò nel 1952. Numerose le gare da ricordare. Nel 1964 le sorelle francesi Goitschel, Marielle e Christine, finirono rispettivamente prima e seconda ripetendo la doppietta di due giorni prima nello slalom ma a parti invertite. Nel 1972 la svizzera Marie-Therese Nadig beffò per la seconda volta dopo la discesa l’austriaca Anne-Marie Pröll, letteralmente furibonda. Nel 1976 la tedesca Rosi Mittermaier, già trionfatrice in discesa e slalom, era attesa al tris, che non era ancora riuscito a nessuna donna nello sci alpino nella stessa Olimpiade, ma venne beffata per soli 12 centesimi dalla canadese Kathy Kreiner. Nel 1980 Hanni Wenzel vinse il primo oro in assoluto per il Liechtenstein. Nel 1984 la statunitense Debbie Armstrong, mai vincitrice né prima né dopo di una gara in Coppa del Mondo, fece la gara della vita battendo la più titolata connazionale Christine Cooper. Nel 2002 il tris d’oro mancato dalla Mittermaier riuscì alla croata Janica Kostelic, prima anche a vincere quattro medaglie nello sci alpino nello stesso anno dopo l’argento in superG e gli ori in combinata e slalom. Nel 2006 in una giornata dal tempo infame trionfò la statunitense Julia Mancuso, mai vincitrice in Coppa del Mondo tra i pali larghi. Infine l’Italia: dopo il bronzo di Giuliana Chenal Minuzzo nel 1960 arrivò l’era di Deborah Compagnoni. Nel 1992, il giorno dopo l’oro in superG, si sdraiò dopo poche porte della prima manche e si rialzò urlante di dolore coi legamenti del ginocchio sinistro distrutti. Due anni dopo il sospirato trionfo con 1”22 sulla tedesca Martina Ertl e nel 1998 il bis consecutivo, unica a farlo in gigante, naturalmente per distacco, 1”80 sull’austriaca Alexandra Meissnitzer.

Bob a due femminile
Ore 02.00 (Terza manche) - Ore 03.15 (Quarta manche)
Due le edizioni in cui si è disputata l’unica prova di bob femminile. Nel 2002 vinse la statunitense Jill Bakken e la sua frenatrice, Vonetta Flowers, fu la prima atleta di colore uomini compresi a conquistare un oro ai Giochi invernali. Nel 2006, nella gara che vide la doppietta di Sandra Prokoff e Susi Erdmann con relative frenatrici, storico fu il bronzo conquistato dall’azzurra Gerda Weissensteiner, sì, proprio la vincitrice dell’oro nello slittino nel 1994, alla sua sesta Olimpiade, in coppia con Jennifer Isacco, che ha praticato anche l’atletica leggera.

Short track, staffetta 3000 metri femminile

Ore 03.25
La staffetta femminile della pista corta è presente dal 1992, unica delle cinque edizioni che hanno ospitato questo evento in cui l’oro non è stato conquistato dalla Corea del Sud semplicemente perché non era presente alla gara, allora ci riuscì il Canada. Nel 2006 il bronzo vinto da Marta Capurso, Arianna Fontana, Katia Zini e Mara Zini fu la centesima medaglia conquistata dall’Italia ai Giochi Olimpici invernali.

Freestyle, salti femminili
Ore 04.30
Nessuna azzurra ha mai partecipato a questa gara, che ha debuttato nel 1994, e così sarà anche a Vancouver. A Lillehammer vinse Lina Cheryazova conquistando l’unica medaglia finora per l’Uzbekistan ai Giochi invernali. Nel 1998 il successo va alla statunitense Nikki Stone. Nel 2002 Alisa Camplin, australiana, rivelò di aver vinto l’oro con entrambe le caviglie fratturate per una caduta poche settimane prima per la quale i medici le ordinarono di fermarsi ma lei non obbedì. Nel 2006 poi conquistò il bronzo a soli quattro mesi da un’operazione ai legamenti del ginocchio, l’oro andò alla svizzera Evelyne Leu.



TESTO a cura di Max Valle
FILMATI
forniti da www.archeologiadellosport.com






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