ALPINISMO - Il Club Alpino Italiano, Reinhold Messner e molti altri importanti esponenti del mondo della montagna, in coro, si sono detti contrari all'emendamento proposto dal Governo alla legge sull'emergenza in discussione al Senato.
"La montagna è uno spazio di libertà e non di coercizione. Il Cai e il mondo della montagna non possono accettare una norma che, forse dettata dall’emozione, costringe a casa alpinisti, sciatori ed escursionisti, e che porta una militarizzazione delle Terre Alte. La libertà di accesso è uno dei capisaldi dell'alpinismo e della frequentazione della montagna". Questo il pensiero di Annibale Salsa, presidente generale del Cai.
"La minaccia di multe e carcere per chi provoca una valanga - rincara la dose Messner - è una reazione isterica. Con iniziative legislative di questo genere si uccide l'alpinismo".
La proposta del governo, che raccoglie l'invito di Guido Bertolaso e della protezione civile a prendere provvedimenti affinché certi indicenti non si ripetano più sulle Alpi, è di stretta attualità. Nell'ultimo fine settimana il bilancio degli incidenti causati dal distacco di valanghe è stato infatti particolarmente drammatico: ben 10 morti.
Simone Moro, che insiste sulla necessità di impegnare più risorse sulla prevenzione e la diffusione della cultura della sicurezza in montagna, è invece assolutamente d'accordo con l'idea del governo di introdurre ammende salate (5mila euro) da applicare nei casi in cui vengano accettati comportamenti irresponsabili come lo sci fuoripista in presenza di allarme di pericolo valanghe.
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